PHILOKLES (ϕιλοκλῆς)
3°. - Scultore di Megalopoli, figlio di Kallikrates. È noto per aver firmato una base in calcare di statua, trovata nell'Asklepieion di Epidauro.
Il nome dell'artista è stato ricostruito con l'integrazione, peraltro sicura, della prima parola dell'iscrizione: [Φ]ιλοκλῆς Καλλικράτεος Μεγαλοπολίτας ἐποίησε. La base reca anche una dedica del popolo di Megara a Laplianta figlio di Euanthes, membro della più importante famiglia di Epidauro; il personaggio, ben noto anche da altre iscrizioni (I. G., iv, 932, 1126, 1429; albero genealogico: I. G., iv, I, p. 264; I. G., 2, iv, p. xxv), è della fine del I sec. a. C. Tuttavia, ai fini della datazione di Ph., bisogna ricordare che non è affatto sicura la relazione tra la firma dell'artista e la dedica a Laphanta. Le lettere della dedica, apicate, possono essere del I sec. d. C. e la statua aver rappresentato con ogni probabilità un onore postumo reso a Laphanta, ma le lettere della firma posta in un rigo assai consunto ben al di sotto della dedica, sono alte la metà e non apicate. Si è proposta per quest'ultima iscrizione una datazione dopo la metà (Kavvadias) o alla fine del II sec. a. C. (Hiller von Gaertringen), mentre il solo Fränkel ha sostenuto la contemporaneità della dedica e della firma nel I sec. d. C. È invece possibile pensare al reimpiego nella prima età imperiale della base firmata da Ph., scultore che andrebbe pertanto attribuito alla seconda metà del II sec. a. C.
Infine, se finora la datazione di Ph. è stata dibattuta in termini puramente epigrafici, bisognerà pur osservare che l'attività di uno scultore di Megalopoli s'inquadra assai bene al tempo della fioritura in Arcadia di Damophon, e dell'erezione delle statue di Polibio (morto il 117-16), mentre di Megalopoli in età imperiale si hanno pochissime notizie e già Strabone ne ricorda la "vasta desolazione" (viii, 388).
Bibl.: Kavvadias, in ᾿Αρχ. Εϕ., 1884, p. 29, 75; E. Loewy, I. G. B., Lipsia 1885, n. 271 a; Kavvadias, in ᾿Αρχ. Δελτίον, 1891, pp. 93, 95, 6; Fouilles d'Epidaure, I, p. 28; M. Fraenkel, I. G., IV, i, 1434; Fr. Hiller von Gaertringen, I. G., V, 2, p. XXXI, i, 82 ss.; ibid., IV, 656; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XIX, B, 1938, c. 2494 s., s. v.