REHFUES, Philipp Joseph
Scrittore, nato a Tubinga il 2 ottobre 1779, morto a Römlinghofen presso Bonn il 21 ottobre 1843. Fu bibliotecario a Stoccarda, poi curator dell'università di Bonn. Descrisse i suoi viaggi in Spagna (1808: Spanien nach eigener Anschauung, 1813) e in Francia (1807 e 1809: Reise durch... Frankreich, 1816); lanciò nel 1813 patriottiche Reden an das deutsche Volk, nell'Europäisches Magazin, da lui stesso fondato; tradusse le memorie di P. Díaz del Castillo sulla conquista del Messico (1838). Ma la grande passione della sua vita fu l'ltalia, dove ebbe numerose relazioni con Italiani e stranieri e dove trascorse gli anni decisivi della sua formazione spirituale (1801-1806): prima precettore a Livorno in casa del console Stichling, poi giornalista e scrittore a Roma, a Firenze, a Napoli, in Sicilia. A Napoli la regina Maria Carolina gli affidò una missione segreta presso la corte di Baviera, per un progetto matrimoniale che tuttavia fallì per l'opposizione della Russia.
La traduzione delle tragedie dell'Alfieri, in collaborazione con lo Tscharner (1804); il rifacimento di novelle antiche italiane (Novellen, den ältesten Novellisten in Italien nacherzählt, 1806); l'introduzione e collaborazione alla versione del Platone in Italia del Cuoco (1811); il volume Die Gemälde von Neapel (1808), denso di notizie; i quattro volumi di Briefe aus Italien (1803-o4); l'edizione delle Italienische Miscellen (1805-06), che sostituirono la rivista quando questa, dopo undici fascicoli, dovette essere sospesa, sono i principali documenti di una tenace passione che non si affievolì neanche dopo il ritorno del R. in patria. Anche i romanzi storici Scipio Cigala (1832); Die Belagerung des Kastells von Gozzo (1834); Die neue Medea (1841) sono, malgrado le influenze formali di W. Scott e di Jean Paul (v. richter, Johann Paul friedrich) d'ispirazione italiana: frutto della ripresa letteraria che seguì un suo nuovo soggiorno in Italia, particolarmente a Roma e a Sorrento, negli anni 1826-27. La letteratura tedesca della prima meta del sec. XIX presenta ancora aspetti poco esplorati, e fra questi è la frequente ispirazione italiana, la quale, dal punto di vista dell'arte, fu, nella letteratura, forse meno importante che nelle arti figurative, ma, dal punto di vista della cultura, fu di grande rilievo: di quest'atmosfera spirituale, il R. fu uno dei più significativi rappresentanti.
Bibl.: A. Kaufmann, Ph. J. v. Rehfues als Vermittler zwischen den geistigen Leben Italiens und Deutschlands, nella rivista Italia di Hillebrand, III (1877); E. Hofer, Scotts Einfluss auf Rehfues' Roman "Scipio Cigala", Weisskirchen 1909; F. Bezold, Gesch. der rhein. Friedrich-Wilhelms-Univ., Bonn 1920.