WIGKSTEED, Philip Henry
Economista inglese, nato a Leeds il 25 ottobre 1844, morto a Londra il 18 marzo 1927. Sacerdote unitariano dal 1867 esercitò il suo ministero a Tainton, a Dukinfield (Manchester) e quindi a Londra (1874-97). Tenne corsi all'università dal 1887 al 1918, occupandosi essenzialmente di Dante e di economia politica.
Come economista subì soprattutto l'influenza di W. Jevons, di cui espose con chiarezza ed eleganza la teoria del valore in The alphabet of economic science (Londra 1888), e della scuola di Losanna, come risulta chiaramente dalla sua opera principale, The common sense of political economy, including a study of the human basis of economic laws (ivi 1910, nuova ed. con introduzione di L. Robbins, voll. 2,1933). Fu anzi tra gli economisti inglesi quello più vicino a Jevons e alla scuola austriaca e molto contribuì agli ulteriori sviluppi della teoria dell'equilibrio economico nei paesi di lingua inglese. I suoi apporti personali alla scienza economica furono senza dubbio notevoli, specie nel campo della teoria soggettiva del valore: ricordiamo ancora la sua soluzione della curva d'offerta, il suo uso del concetto d'utilità marginale come base della teoria dell'equilibrio generale e la sua teoria della distribuzione (An essay on the coordination of the laws of distribution, ivi 1874, rist. a cura della London School of economics, 1932). Tra le sue opere letterarie citiamo: Dante and Aquinos (ivi 1913), Dogma and philosophy (ivi 1920), From Vita Nuova to Paradiso (ivi 1922), oltre a varie traduzioni e commenti di opere dantesche.
Bibl.: C. H. Herford, Ph. H. W., his life and work, Londra 1931; L. Robbins, An essay on the nature and significance of econ. science, ivi 1932.