Rivoluzionario russo (Sivcovo, gov. di Pskov, 1844 - Parigi 1885); di origine nobile, implicato nel processo contro i seguaci di S. G. Nečaev (1871), poté espatriare due anni più tardi; a Ginevra fondò la rivista Nabat ("Campana a stormo"), che diresse fino al 1877 e con la quale collaborò saltuariamente fino al 1881. Il suo pensiero insiste sulla necessità di prevenire con l'azione rivoluzionaria la penetrazione graduale del capitalismo in Russia, sviluppandosi in corrispondenza e in opposizione all'anarchismo di M. A. Bakunin. Elementi blanquisti sono chiaramente presenti nella sua strategia rivoluzionaria: la polemica contro lo spontaneismo della sollevazione popolare, l'esaltazione della minoranza rivoluzionaria che, in ragione del suo maggiore sviluppo intellettuale e morale, deve avere il predominio sulla maggioranza. Trasferitosi a Parigi (1881), iniziò una collaborazione con l'organo dei blanquisti Ni Dieu, ni maître; ma presto, colpito da una malattia mentale, fu costretto in una casa di cura dove finì i suoi giorni.