Čajkovskij, Pëtr Il´ič
Un sinfonista tardoromantico, inquieto e sentimentale
Musicista russo dalla psicologia tormentata, capace di esaltazione patetica e cupi abbandoni, nelle sue composizioni sinfoniche e liriche Pëtr Il´ič Čajkovskij ha rappresentato spesso vicende di amori fatali o mancati ma anche, nei suoi balletti, l'evasione nel mondo fiabesco e fantastico in cui si rispecchiava l'aristocrazia russa della seconda metà dell'Ottocento
Pëtr Il´ič Čajkovskij nacque a Votkinsk, in Russia, nella regione degli Urali, nel 1840. Il padre era ingegnere minerario e la madre, di origine francese, una buona pianista dilettante. La famiglia si trasferì nel 1850 a San Pietroburgo, dove Čajkovskij fu avviato agli studi di giurisprudenza. Solo a partire dal 1862 egli frequentò il Conservatorio di San Pietroburgo, dove studiò composizione con Anton Rubinstein. Costui, pianista e compositore, rappresentava l'orientamento filo-occidentale della musica russa, legato cioè al romanticismo tedesco, cui si opponeva il cosiddetto Gruppo dei Cinque (Milij A. Balakirev, Aleksandr P. Borodin, Cezar A. Cui, Modest P. Musorgskij, Nikolaj A. Rimskij-Korsakov). Questi ultimi si battevano per la nascita di una scuola nazionale russa e respingevano il classicismo in favore della musica a programma di Hector Berlioz e Franz Liszt.
Nel 1865 Čajkovskij si trasferì a Mosca per insegnare armonia al Conservatorio. Lì incontrò Balakirev che gli suggerì di ispirarsi al Romeo e Giulietta di William Shakespeare per un lavoro sinfonico. Nacque così la nota ouverture-fantasia Romeo e Giulietta (1869), un breve pezzo di musica a programma per orchestra, di grande lirismo e dai forti contrasti espressivi. Anche la Sinfonia n. 2 (1872), nel cui movimento conclusivo compare un canto popolare russo, fu accolta con favore negli ambienti nazionalistici. Poco dopo fu composto il primo dei tre grandi balletti, Il lago dei cigni (1875-76). La vicenda narra la romantica storia del malinconico principe Sigfrido che insegue uno stormo di cigni fin sulle rive di un lago. Giunta la notte, compaiono le ragazze-cigno e la loro bella regina Odette, che racconta a Sigfrido di essere vittima di un incantesimo del perfido mago Rothbart. Odette potrà salvarsi solo grazie all'amore di un uomo. Il principe le giura il suo amore e la invita a una festa nel suo palazzo dove si presenta, però, il mago Rothbart con Odile. In quest'ultima Sigfrido crede di riconoscere Odette e le dona il suo cuore. Accortosi dell'errore, il principe si precipita al lago dove trova Odette morente, le chiede perdono e con lei scompare nelle acque.
Il 1877 segnò una svolta nella vita di Čajkovskij. Ricevette infatti da una ricca nobildonna amante della musica, Nadežda F. von Meck, una pensione annua di 6.000 rubli; ma nello stesso anno accettò, con esito disastroso, di sposare un'ammiratrice, Antonina I. Miljukova, dalla quale si separò poco dopo.
Una vicenda di amore mancato è al centro dell'opera teatrale Eugenio Onegin (1877-78), dal romanzo in versi di Aleksandr S. Puškin, scrittore russo dal quale il compositore attinse il soggetto anche per l'opera lirica successiva, La dama di picche (1890), il cui protagonista è attratto in modo fatale dal gioco delle carte. Con le sue Sinfonie n. 4 (1877-78), n. 5 (1888) e n. 6, detta Patetica (1893) ‒ quest'ultima completata pochi mesi prima della morte avvenuta, forse per suicidio, a San Pietroburgo ‒ Čajkovskij chiude un ciclo sinfonico tra i più notevoli della seconda metà dell'Ottocento.
In particolare la Sinfonia n. 6 si presenta come una sintesi dei conflitti, delle esaltanti passioni e profonde delusioni che agitavano l'animo del compositore. Gli ultimi balletti ‒ La bella addormentata (1888-89), da una fiaba di Charles Perrault, e Lo schiaccianoci (1891-92), da un racconto di Ernst Th.A. Hoffmann ‒ nacquero dalla collaborazione con il grande coreografo Marius Petipa e sono opere fondamentali nella storia della danza.