CHELČICKÝ, Petr
Pensatore cèco dell'epoca ussita, iniziatore ideale dell'Unione dei Fratelli boemi. Nacque verso il 1390 probabilmente nel villaggio di Chelčice (presso Vodňany) in Boemia, e vi morì verso il 1460: da questa località assunse il nome sotto il quale è conosciuto. Non ebbe educazione scolastica superiore; non sapeva bene nemmeno il latino. Ma per i rapporti coi dotti teologi ussiti a Praga, dove dimorò nei primi anni della rivolta ussita (1419-20), e con l'assidua lettura della Bibbia, e dei più eminenti autori dell'epoca della Riforma, s'acquistò una profonda conoscenza delle dottrine ecclesiastiche e dei problemi religiosi, che egli poi elaborò in modo del tutto personale nei suoi scritti tutti in cèco, fra i quali i più importanti sono la Postilla, cioè il commento della Bibbia (che è degli anni verso il 1430 e fu stampata fra il 1522-1529 a Praga) e Set' viery (La rete della fede), scritta dopo il 1440 e stampata solo nel 1521 a Vilémov. Dei trattati minori i più importanti sono: Della lotta spirituale, Della chiesa santa, Delle tre classi del popolo, Del Purgatorio, tutti tra il 1420 e 1430; Della belva (il papa) e il suo aspetto; Discorso sul fondamemo delle leggi umane, tra il 1430 e il 1440.
Il Ch. è un violento avversario della Chiesa cattolica; accogliendo le idee del Wyclif e del Hus, dello Štítný e di Matteo di Janov, il Ch. le sviluppò adattandole alla vita pratica e le portò alle estreme conseguenze. La Bibbia per lui è l'unica fonte di fede; egli respinge perciò la tradizione ecclesiastica. L'antica originale chiesa apostolica è, secondo lui, la sola vera, dalla quale la chiesa cattolica successiva si è allontanata. Mescolandosi con le istituzioni di stato, essa è divenuta la chiesa dell'Anticristo. Il Ch. respinge tutti i riti liturgici e anche la messa, riconoscendo solo due sacramenti, il battesimo e l'eucaristia, ma ammettendo però la penitenza e gli ordini sacri quali sacramenti confermati dall'uso. Ancor più radicali sono le idee sociali del Ch. Egli le sente esclusivamente dal punto di vista religioso, e ammette lo stato solo per i pagani; respinge ogni differenza di classe, non riconosce i privilegi della nobiltà né quelli dei sacerdotì e sostiene l'eguaglianza dei diritti della donna. Da queste dottrine gli deriva il principio di non combattere il male col male, perciò respinge anche la guerra e la pena di morte.
Pur non tendendo a fondare una nuova Chiesa, esercitò un profondo influsso sui suoi contemporanei e non impedì che intorno a lui, a Chelčice, si formasse un gruppo di devoti, i cosiddetti Fratelli di Chelčice, i quali accettarono i suoi insegnamenti. La fusione di questi suoi seguaci con altri gruppi affini in Boemia portò poi alla fondazione dell'Unione dei Fratelli Boemi (v.).
Gli scritti del Ch. furono pubblicati nuovamente da J. Goll, J. S. Annenkov, L. N. Tolstoj, N. V. Jastrebov (in russo), E. Smetánka, K. Krofta, J. Karásek e altri. Il Vogl ne ha tradotti alcuni in tedesco (Netz dgs Glaubens, Monaco 1926). G.R. Noyes prepara la traduzione inglese della Siet' viery.
Bibl.: Una bibliografia completa in J. Jakubec, Dějiny literatury, české (Storia della letteratura cèca), 2ª ed., Praga 1929. Le ricerche scientifiche sul Ch. furono iniziate da J. Šafařík, in Časopis Ceského Musea (Rivista del Museo boemo), 1874; v. poi: A. Gindely, Geschichte der böhmischen Brüder, I, Praga 1857; F. Palacký, Geschichte von Böhmen, IV, i, Praga 1857; notevolissimi gli studî di J. Goll: P. C. e i suoi scritti (in cèco), in Čas. čes. Musea, 1881; Peter Chel. und seine Lehre, in Quellen und Untersuchungen zur Geschichte der böhmischen Brüder, Praga 1882; dal punto di vista cattolico, vedi: A. Lenz, Soustava učení Petra Chelčického (Sistema della dottrina di Pietro Chelčický), Praga 1900; N.V. Jastrebov, Očerk zizni i literaturnoj dejatel'nosti P. Ch. (Saggio sulla vita e l'attività letteraria di Ch.), Pietroburgo 1895; id., Etjudy o P. Ch. i jego vremeni (Studî su P. Ch. e i suoi tempi), Pietroburgo 1908; S. Kul'bakin, P. Ch. češskij Tolstoj XV veka (P. Ch., il Tolstoi cèco del sec. XV), Pietroburgo 1909. Tra gli autori tedeschi v. specialmente: J.T. Müller, Geschichte der böhmischen Brüder, I, Herrnhut 1922; C. Vogl, P. Ch. ein Prophet an der Wende der Zeiten, Zurigo 1926; A. St. Mágr, Ch. und der tschechische Geist, in Geistes-kultur, XXXVI (1930).