PÉTION de VILLENEUVE, Jérôme
Nacque a Chartres (Eure-et-Loire) il 3 gennaio 1753 da una famiglia di avvocati. Avvocato egli stesso, nutrito d'idealità classiche e romantiche alla Plutarco e alla Rousseau, partecipò con la parola e con gli scritti (Oeuvres, Discours et opuscules politique, Parigi 1793, voll. 4) al movimento riformatore, onde nel 1789 fu eletto deputato agli Stati generali di Versailles e il 4 dicembre 1790 divenne presidente dell'Assemblea nazionale. Nel giugno 1791 fu a Varennes, insieme col Barnave e col La Tour Maubourg, per ricondurre a Parigi la fuggitiva famiglia reale, e al termine della sua missione narrò, con comica fatuità, che Madama Elisabetta aveva tentato di sedurlo per farsene uno strumento di dispotismo! "Il "virtuoso" P. era allora l'idolo del popolo. Sindaco di Parigi dopo il Bailly e in concorrenza col Lafayette (16 novembre 1791), non seppe impedire, il 20 giugno 1792, l'invasione delle Tuileries e fu quindi sospeso dall'ufficio per ordine dell'autorità dipartimentale; ma, intervenuta in suo favore l'Assemblea legislativa, tornò subito in carica e, il 3 agosto, lesse davanti all'Assemblea stessa l'indirizzo con cui le 48 sezioni di Parigi chiedevano la deposizione di Luigi XVI. Era passato a poco a poco, come tanti altri, dalla monarchia costituzionale alla repubblica. Nelle giornate di settembre la sua debolezza parve complicità con i massacratori. Dimessosi da sindaco per rimanere deputato, fu presidente della Convenzione (20 settembre 1792) e il 23 marzo 1793 entrò a far parte del comitato di Salute pubblica; ma da allora la sua popolarità diminuì rapidamente, finché, il 2 giugno, venne travolto egli pure nella generale rovina dei Girondini. Arrestato, riuscì a fuggire a Caen (28 giugno), donde, dopo la disfatta di Vernon (13 luglio), passò nel dipartimento di Finistère e quindi (25 agosto) a Bordeaux. Sapendosi inseguito, si ridusse più tardi nella foresta di Saint-Émilion presso Castillon (Gironda) e quivi, dopo avere scritto la sua apologia (Ch.-A. Dauban, Mém. inédites de Pétion, Parigi 1866), si uccise. Lo stesso fecero con lui il Buzot e il Barbaroux. I miseri corpi lacerati dai lupi furono scoperti il 20 giugno 1794.
Bibl.: A. Aulard, Les orateurs de l'Assemblée constituante, 2ª ed., Parigi 1905; e in genere le storie dei Girondini.