peterpanismo
s. m. (iron.) Manifestazione di immaturità che si esprime attraverso comportamenti da eterno ragazzino, rifuggendo le responsabilità dell’età adulta.
• ora dietro la lavagna, secondo questo trattatello sociologico in chiave comica, dovrebbero andare le donne, venditrici e manipolatrici, ma il condizionale è d’obbligo ché, col lieto fine, le mogli finiscono per tenersi in casa i propri uomini con tutti quei difetti (domina il cliché del peterpanismo, con 40enni bugiardi che collezionano figurine dei calciatori) per cui si erano inalberate. (Valerio Cappelli, Corriere della sera, 29 gennaio 2011, p. 60, Spettacoli) • Che tipo è il suo protagonista? «Lucio è malato di peterpanismo: dedica poco spazio agli affetti, preferisce stare con gli amici piuttosto che con la moglie, è infedele, ha quelle variabili che a noi piacciono, ma alle donne no. Nell’arco del libro matura, riconquista sua moglie, impara ad essere felice. Gli ho messo in bocca i miei pensieri, reagisce come farei io, godendo il tempo che resta» (Fausto Brizzi intervistato da Annarita Briganti, Repubblica, 26 gennaio 2014, Milano, p. XIII).
- Derivato dal nome proprio Peter Pan con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nel Corriere della sera del 1° marzo 1937, p. 3 (Guido Piovene).