SELLERS, Peter
Attore britannico di cinema, teatro e varietà, nato a Southsea (Hampshire) l'8 settembre 1925, morto a Londra il 24 luglio 1980. Più giovane d'una decina d'anni di A. Guinnes, che restò per lui il modello della comicità inglese, è stato per un trentennio un interprete brillante − spesso irresistibile nella farsa e nel grottesco − d'una sessantina di film diretti da registi di vena caustica che seppero metterne a frutto il talento d'improvvisatore e di trasformista. Figlio d'arte (il padre pianista e la madre attrice erano saltimbanchi girovaghi), aveva respirato fin da piccolo l'aria del palcoscenico. Spinto dalla nonna (una soubrette portoghese) dinanzi a un microfono quando aveva appena due anni e mezzo, trascorse l'infanzia e la prima giovinezza fra donne di teatro. Costretto a interrompere gli studi a tredici anni, fece il buttafuori, il suonatore di tamburo in un'orchestra di zingari, l'imitatore, e negli anni della guerra (arruolato nella RAF) il fantasista in spettacoli per le forze armate. Dal 1948, alla radio e in televisione, si fece apprezzare nel The goon show e in molti altri programmi leggeri (Gently Bentley, The idiot weekly, A show called Fred. Son of Fred...), talvolta portati in teatro a Piccadilly, finché (1951) esordì nel cinema, a fianco di H. Secombe, in film comici di scarso rilievo. La notorietà gli venne con The Ladykillers (La Signora Omicidi, 1955), dove accanto a Guinness fu uno sfortunato rapinatore. Quella parodia del ''giallo'' dette il via a una serie ininterrotta di commedie non di rado esilaranti che lo videro nei panni dei personaggi più diversi, ma sovente dotati d'un ramo di spassosa follia.
Senza possedere un'identità precisa, pronto a calarsi in ogni parte che chiedesse una recitazione fondata sui tempi comici, il gesto e la smorfia, S. annoverò d'allora in poi caldi successi: emulò Guinness che aveva fatto sei parti in Kind hearts and coronets (Sangue blu) impersonando a sua volta altrettante figure di assassini in The naked truth (La verità quasi nuda, 1958). In coppia con T. Thomas fu un brigante in Tom Thumb (Le meravigliose avventure di Pollicino, 1958), ebbe tre ruoli in The mouse that roared (Il ruggito del topo, 1959), fu un ameno primo ministro in Carlton-Browne of the F.O. (Mr. Browne contro l'Inghilterra, 1958), un medico indiano, insieme a S. Loren e V. De Sica, in The Millionairess (La miliardaria, 1961). Partecipe del largo consenso che riscosse Lolita (Lolita, 1961) di S. Kubrick, dove fu il perverso sceneggiatore Quilty, si cimentò quale sex-symbol di Only two can play (Sesso, peccato e castità, 1962), e, diretto da B. Edwards, toccò la massima vetta della popolarità nei panni del goffo ispettore Clouseau, protagonista di The Pink Panther (La Pantera rosa, 1963), primo episodio di una serie che avrebbe contato cinque film (Return of the Pink Panther, La pantera rosa colpisce ancora, 1975; The Pink Panther strikes again, La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau, 1976; Revenge of the Pink Panter, La vendetta della Pantera rosa, 1978; Trail of the Pink Panther, Sulle orme della Pantera rosa, 1982, quest'ultimo uscito dopo la morte di S. utilizzando spezzoni inediti dei precedenti) e sarebbe proseguita con altri attori. Applaudito interprete di tre ruoli in Dr. Strangelove, or How I learned to stop worrying and love the bomb (Il dottor Stranamore, ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, 1964), fu tra l'altro diretto da De Sica in After the fox (Caccia alla volpe, 1966) e in Woman times seven (Sette volte donna, 1967); da J. Huston in Casino Royale (007 Casino Royale, 1967), da R. Quine in The Prisoner of Zenda (Il prigioniero di Zenda, 1979). Ma tra le sue interpretazioni più memorabili si colloca il penultimo film, Being there (Oltre il giardino, 1979), diretto da H. Ashby, dove fu un impagabile analfabeta, debole di mente, creduto, per il suo candore, un oracolo di saggezza, e col quale conquistò l'Oscar. Soltanto dopo la sua scomparsa è uscito The fiendish plot of Dr. Fu Manchu (Il diabolico complotto del Dottor Fu Manchu, 1980). Sfortunato come regista − nel 1961 non era piaciuta la sua edizione di Mr. Topaze (Il piacere della disonestà - Topaze) −, S. è stato tra gli attori più cari al grande pubblico per la sua versatilità e per la ricchezza di sfumature, ora timido e catastrofico, ora pasticcione e malizioso. Tra gli altri suoi film si ricordano I'm all right Jack (Nudi alla meta, 1959), Battle of the sexes (La battaglia dei sessi, 1959), Waltz of the Toreadors (Il generale non si arrende, 1962), The world of Henry Orient (La vita privata di Henry Orient, 1964), A shot in the dark (Uno sparo nel buio, 1964), What's new Pussycat? (Ciao Pussycat, 1965), Murder by death (Invito a cena con delitto, 1976).
Bibl.: F. Russo, Sellers comico timido, in La Fiera del cinema, ii, 8, agosto 1960; D. MacDonald, On movie, Prentice Hall 1969; R. Vaccino, Edwards, Firenze 1979; D. Thompson, The rest is Sellers, in Film Comment, 5, settembre-ottobre 1980; M. Argentieri, Un innocente perverso, in Rinascita, 31, agosto 1980; P. Evans, Peter Sellers: the mask behind the mask, New York 1980; A. Walker, Peter Sellers: the authorized biography, Londra 1981; I mille volti di Peter Sellers, a cura di R. Venturelli, Genova 1981; Peter Sellers, a cura di F. Borin, Venezia 1981; M. Sellers, Peter Sellers. I love you: an intimate portrait, New York 1982; M. Starr, Peter Sellers: a film history, Jefferson 1991.