Sellars, Peter
Regista teatrale e radiotelevisivo statunitense, nato a Pittsburgh (Pennsylvania) il 27 settembre 1957. Direttore dell'American National Theater al Kennedy Center di Washington (1984-86), poi (1990-93) direttore artistico del Los Angeles Festival e consigliere artistico della Los Angeles Philarmonic Orchestra. Ospite abituale dei festival di Salisburgo e Glyndebourne, visiting professor all'università di Berkeley, insegna arti e culture nel mondo al Center of the Performing Arts di Los Angeles dal 1989.
S. si è specializzato nella messinscena di opere musicali contemporanee come Nixon in China (1987), The death of Klinghoffer (1991) di J. Adams e A. Goodman; Saint François d'Assise (1992) di O. Messiaen; I was looking at the ceiling and then I saw the sky (1995) in collaborazione con il compositore Adams e il poeta librettista J. Jordan. Del repertorio classico ha realizzato Giulio Cesare in Egitto (1985) di Händel, Così fan tutte (1986), Don Giovanni (1987), Le nozze di Figaro (1988, da cui ha tratto una trilogia video nel 1989) e Il flauto magico (1989) di Mozart, Tannhäuser (1988) di Wagner, Pelléas et Mélisande (1993) di Debussy, Oedipe roi (1994), ripreso nel 1998 con l'aggiunta della Symphonie de psaumes, e The rake's progress (1996) di Stravinskij, Peony Pavillon (1998) di Tang Xianzu, capolavoro del teatro epico cinese del 17° secolo. Ha inoltre messo in scena: Aiax (1987) da Sofocle, The Persians (1993) da Eschilo e la commedia di Shakespeare The merchant of Venice (1994), da cui ha tratto l'adattamento cinematografico It is now our time (1994).
S. predilige l'opera per il connubio che essa realizza fra il linguaggio teatrale e quello musicale. Attirato da ciò che non possiede un'evidenza tangibile, nell'opera l'autore lavora sui momenti sospesi fra due azioni: il mondo dei vuoti, delle pause, delle attese sostenute dalle note. Attraverso un uso eclettico dei modelli teatrali S. cerca la tensione che deriva dalla combinazione fra l'emozione suscitata dalla musica e la costruzione razionale e dialogica della favola. I suoi spettacoli nascono dall'urgenza di affrontare le problematiche delle nuove generazioni, innestando l'opera rappresentata nel panorama della società multiculturale. Così in The Persians fa da sfondo la guerra del Golfo e in The merchant of Venice la presenza degli Ebrei, interpretati da attori neri, dei Veneziani, interpretati da Ispanici, di Porzia e del suo seguito, interpretati da Asiatici permette di rendere più evidente il rapporto fra razzismo e tensioni economiche. Protagonisti sulla scena sono spesso il video, il monitor e le proiezioni delle immagini filmate in diretta dagli attori.
Artista impegnato, S. cerca quell'unità d'arte e politica che riconosce nella tragedia greca e nel teatro elisabettiano. Le sue regie si offrono allo spettatore in una forma aperta in cui la vita contemporanea e l'interpretazione poetica s'incontrano in una sorta di teatro epico i cui stilemi si risolvono in una messa in crisi di arte, mondo e politica coinvolgendo direttamente il pubblico.
Dopo aver collaborato con il Wooster Group, S. è passato al cinema con J.-L. Godard (Le Roi Lear, 1987) e con B. Moyers (The Equalizer, A world of ideas e Miami Vice, alla fine degli anni Ottanta). Ha realizzato Hard rock per H. Hancock (1984), un video de I sette peccati capitali (1993) di B. Brecht e K. Weill, e The Cabinet of Dr. Ramirez (1993), film di finzione muto e a colori.
bibliografia
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