PÁZMÁNY, Péter
Cardinale, arcivescovo e primate d'Ungheria, nato da genitori nobili calvinisti il 4 ottobre 1570 a Nagyvárad (Varadino). Convertitosi dodicenne al cattolicesimo sotto l'influsso della matrigna e del gesuita S. Szántó, nel 1587 entrò nella Compagnia di Gesù. Compì gli studî a Cracovia, a Vienna e a Roma; in quest'ultima città fu allievo di Roberto Bellarmino, che esercitò su di lui profondo influsso. P. insegnò per parecchi anni (1598-1607) filosofia e teologia all'università di Graz e nel frattempo venne in contatto col vescovo di Nitra, F. Forgách, fedele milite della Controriforma, per invito del quale nel 1601 tornò per due anni in Ungheria, iniziando la sua opera di missionario tra i suoi connazionali. A Graz incominciò a pubblicare, al servizio della restaurazione cattolica, le sue opere, che lo resero presto notissimo nella sua patria. Nel 1607 tornò definitivamente in Ungheria, alla corte di F. Forgách, allora arcivescovo di Strigonia (Esztergom). Morto il Forgách nel 1615, l'imperatore Mattia, con il consenso di Paolo V, lo nominava, il 28 settembre 1616, successore del Forgách nella sede di Esztergom. Divenuto così arcivescovo e primate, il P. diresse la chiesa cattolica magiara durante il pericoloso periodo della guerra dei Trent'anni con grande saggezza e coraggio, ammirato dai correligionarî, odiato e perseguitato dai protestanti che alla dieta del 1620 l'esiliarono "per sempre". Egli rimase politicamente partigiano fedele della casa d'Asburgo nei dissidî coi principi protestanti di Transihania, Gabriele Bethlen e Giorgio I. Rákóczi; senza trascurare gl'interessi nazionali magiari. Creato nel 1629 cardinale da Urbano VIII, nel 1635 pose le fondamenta dell'università di Nagyszombat. Morì il 19 marzo 1637.
P. è la più grande figura della Controriforma ungherese, che con la forza della parola, degli scritti, del genio politico e, soprattutto, con l'esempio d'una vita di pastore modellata su quella di S. Carlo Borromeo riuscì a riconvertire alla fede cattolica molte famiglie aristocratiche d'Ungheria e così preparò la vittoria alla restaurazione cattolica. Nel 1619 fondò un collegio e un seminario per la gioventù e per i chierici a Nagyszombat, e altrettanto fece a Vienna (il Pazmaneum) nel 1623. Fu il primo grande maestro della prosa e dell'arte oratoria ungherese. Oltre alla traduzione dell'Imitazione di Cristo, di gran pregio sono i suoi lavori originali, specie la sua Risposta al predicatore protestante S. Magyari (1603), Sul Credo del grande G. Calvino (1609), le Cinque belle lettere dirette a Pietro Alvinczy, e soprattutto la Guida alla verità divina (1613) in cui, influenzato dalle Disputationes di Bellarmino, tratta metodicamente dei dogmi principali della religione cattolica e confuta i principî del protestantesimo. Di gran valore sono pure le sue Prediche (1636) e il suo Libro di preghiere cristiane (1606).
Bibl.: G. Frankl, P. P., pest 1868-72; A. Szilágyi, Rákóczi és P., Pest 1870; G. Fraknói, P.P., Budapest 1886; C. Horváth, P. és Bellarmin, in Egyetemes Philologia Közlöny (Rivista generale di filologia), 1909.