PESSINUNTE (Πεσσινοῦς, Pessinus)
Città dell'Asia Minore, nel territorio dei Galli Tolistobogi, presso le falde del monte Dindimo, non lungi dalla riva sinistra del Sangario. Situata all'incrocio di più strade, essa era un importante centro commerciale, ma la sua maggiore rinomanza essa l'ebbe per il culto della Magna Mater, Cibele (v.), il cui idolo di pietra, o secondo altri di legno, si diceva caduto dal cielo: la tradizione che poneva in relazione il nome della città con la radice del verbo πεσεῖν "cadere" è però da rigettare, ché il nome è più probabilmente di origine preellenica. Data la parte preminente che nella vita della città aveva il santuario, ogni autorità in essa era concentrata nei sacerdoti della dea, i Galli. I re di Pergamo dimostrarono la loro venerazione per questa, costruendo nel luogo un tempio e portici riccamente ornati. Nel 204 a. C., mentre Roma era premuta dalla guerra annibalica, l'idolo, per comando dei libri sibillini, fu preso e portato sulle rive del Tevere, ma non per questo venne meno l'onore del santuario che ancora nel sec. IV l'imperȧtore Giuliano visitava. Meno fiorente invece si era fatta la città, compresa nella provincia della Galazia: essa tuttavia coniò moneta da Augusto a Geta.
Alla fine del sec. IV, divisa la Galazia in due provincie, fu la capitale della Galatia Salutaris. Nel sec. VI la fondazione, a non molta distanza verso nord, di Giustinianopoli le tolse ogni importanza. Rovine di essa, dell'acropoli e della città bassa, si vedono nella località Bala Hissar; l'edificio che meglio si riconosce è il teatro.
Bibl.: W. M. Ramsay, Histor. geogr. Asia Minor, Londra 1890, p. 223 seg.; per le monete, B. V. Head, Hist. Num., 2ª ediz., Oxford 1911; K. Baedeker, Kleinasien.