PESSAGNO
. Famiglia genovese di marinai e di uomini politici. Si ricorda un Guglielmo P., anziano di Genova nell'anno 1262 e un Niccolò P., che fu uno degli ambasciatori inviati dalla repubblica di Genova al papa Martino IV per spingerlo a un tentativo di pace tra Pisani e Genovesi, che si contendevano il dominio della Corsica. Nei primi del 1300 cominciano a farsi notare i nomi di Leonardo e Emanuele, forse figli di Niccolò, i quali, il primo in Inghilterra e il secondo in Portogallo, resero illustre il loro nome. Nello stesso periodo si ricorda anche l'opera di Antonio, probabilmente fratello dei due precedenti, che, recatosi in Inghilterra, ebbe importanti uffici sotto il regno di Edoardo II e di Edoardo III.
Emanuele, certamente il più illustre della casata, fu intrepido marinaio, abile diplomatico e conoscitore profondo dell'arte navale e della cartografia dei suoi tempi. Nel 1303 eseguì un viaggio insieme con il fratello Leonardo, e nel 1306 noleggiò due galere per l'Inghilterra. Nel 1307, mentre il fratello si recava in crociera per allestire cinque navi occorrenti a Edoardo II d'Inghilterra, Emanuele fu chiamato nel Portogallo dal re Dionigi l'Agricoltore, per coprire la carica di almirante maggiore. Tale carica fu trasmessa ai discendenti fino alla metà del sec. XVII. Emanuele ebbe l'alta direzione delle costruzioni marittime e il comando supremo della flotta. Mantenendo sempre presso di sé, secondo le convenzioni stabilite, una ventina di ufficiali genovesi abili navigatori, assicurò al Portogallo molti valenti capi, che contribuirono con la loro attività lungo la costa occidentale africana, alle successive scoperte.
Nel 1326 si recò in Inghilterra per trattare il matrimonio di una figlia di Alfonso IV con il primogenito di Edoardo II. Nel 1337 assunse il comando della flotta contro il re di Castiglia. La squadra nemica, più forte, guidata dall'ammiraglio Alfonso Gioffredo Tenorio, ebbe il sopravvento, e il P. fu fatto prigioniero col figlio Carlo e con le due loro galere. Trasportato nel castello di Jerez, fu liberato nel 1340, e nel 1342 ebbe da Alfonso IV l'amministrazione di alcuni beni ecclesiastici.
Emanuele ebbe tre figfi: Carlo, Bartolomeo e Lanzarotto, che, come il padre, ebbero in Portogallo importanti cariche navali. Nel 1368 si ricorda un Giovanni tra i consiglieri del doge Gabriele Adorno. Seguendo poi la dinastia di Emanuele I, troviamo Lanzarotto II, che nel 1444 navigò con sei caravelle sino all'Isola delle Garze, ed Emanuele III, che, navigando con una caravella nella spedizione di Francesco d'Almeyda, toccò Madera e girò il Capo di Buona Speranza; nominato capo dell'isola fortificata di Angiadiva, dopo averla nel 1506 difesa valorosamente contro i Mori di ‛Abd Allāh, vi rimase sino al 1508, e morì poi combattendo contro i Mori nell'impresa di Calicut. Verso il 1500 Emanuele III e Ruy P., discendenti di due rami collaterali, venuti ad accordi con la corona, si stabilirono nell'Alemtejo, e la loro storia si collega ai fasti della marina portoghese nell'India.
In Genova i P. tra il sec. XIV e il sec. XV si trovarono immischiati nelle contese fra Guelfi e Ghibellini e si unicono con la famiglia De Marini. Il doppio cognome, assunto seguendo le usanze del tempo, continuò nei successivi secoli sino al 1875-76, in cui i P. abbandonarono il nome De Marini, aggiungendo invece il titolo di conte, conferito loro da Vittorio Emanuele I nel 1815, quando la repubblica di Genova venne unita al Piemonte.
Bibl.: A. T. Belgrano, Documenti e genealogia dei P., in Atti della Società ligure di storia patria, XV (1881); A. V. Vecchj, Storia generale della marina militare, Livorno 1895.