PESCE d'APRILE
. Con questo nome s'indicano le burle del primo giorno d' aprile e talora del primo di maggio. Le burle consistono in false e ridicole commissioni o in richieste di oggetti impossibili, chimerici e inesistenti, quali la corda del vento (Portogallo), il lievito per le salsicce (Francia), la neve disseccata (Germania), il rasoio per tosare le uova (Belgio), la pietra per affilare i capelli (Andorra), e via dicendo. Varie le spiegazioni dell'origine dell'uso. Chi ne attribuisce l'invenzione al popolo di Firenze, dal fatto che in quella città si solevano spedire il primo d'aprile i semplicioni a comperare, in una speciale piazza, del pesce che vi era solo in effigie; chi pretende di riportarlo a un decreto pontificio, che proibiva di consumare il pesce in quel giorno, per ricordo del miracolo della spina, avvenuto in Aquileia al tempo del patriarca Bertrando; chi, invece, alla fuga di un principe lorenese, che, all'epoca di Luigi XIII, avrebbe attraversato a nuoto la Meurthe.
Bibl.: G. Pitrè, Il pesce d'aprile, Palermo 1886; R. Corso, Le poisson d'avril, in Les Hirondelles, VIII (1930), pp. 81-84.