Perù
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'America Meridionale. La popolazione, che all'ultima rilevazione statistica ufficiale (1993) contava poco più di 22 milioni di abitanti, è costituita da un 45% di amerindi (Quechua e Aymará), 37% di meticci, 15% di bianchi, mentre la percentuale residua è costituita da mulatti e da neri. Il processo di inurbamento è proseguito, e nel 2005 circa il 73% della popolazione era considerato urbano.
Tra il 1995 e il 2004 la popolazione peruviana ha registrato un incremento medio annuo dell'1,6%, mentre nello stesso periodo il reddito nazionale è cresciuto a un ritmo percentualmente inferiore (1,3%). Tuttavia a partire dai primi anni del 21° sec., grazie al buon andamento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali e al contestuale aumento del volume delle esportazioni, il PIL è cresciuto progressivamente (+3,8% nel 2003, +4,8% nel 2004, +6,4% nel 2005). In diminuzione il deficit di bilancio, passato dal 3,2% del PIL nel 2000 all'1,1% nel 2004, mentre la moneta nazionale, il nuovo sol, ha conosciuto nel 2004 una rivalutazione nominale del 5,5% (1,1% in termini reali), favorendo una riduzione dell'inflazione al 3,5%. È ugualmente diminuito il debito pubblico, sceso dal 47,7% del PIL nel 2003 al 35,8% nel 2004, anche se gli interessi passivi restano pesanti e assorbono oltre un quarto delle esportazioni di beni e servizi. I buoni risultati economici, tuttavia, non sono stati sufficienti a ridurre la disoccupazione e la povertà: oltre la metà della popolazione continua a vivere al di sotto della soglia di povertà, in un Paese in cui l'economia informale rappresenta ancora circa il 60% delle attività.
Per quanto riguarda i diversi settori produttivi, l'agricoltura continua a presentare la classica distinzione tra colture destinate all'autoconsumo (frumento, mais, orzo, patate), insufficienti a soddisfare il fabbisogno nazionale, e quelle d'esportazione (caffè, canna da zucchero, cotone). Inoltre il P. è uno dei maggiori produttori mondiali di coca ed è stato stimato che le esportazioni illegali di droga producano annualmente un reddito di 1500-2500 milioni di dollari. Notevole importanza ha sempre avuto la pesca, in quanto l'abbondanza di plancton, convogliato dalla fredda corrente di Humboldt, ha reso le acque peruviane straordinariamente ricche di pesce, anche se, negli ultimi anni, questa favorevole condizione è stata in parte contrastata dall'influenza di un'anomalia climatica (El Niño). Abbondanti e diversificate sono le risorse minerarie, fra cui spiccano rame (10,4% delle esportazione nel 2003), ferro, zinco, piombo, stagno, petrolio (5,8 milioni di t nel 2005) e minerali preziosi. L'industria è orientata prevalentemente alla raffinazione e alla lavorazione dei minerali. Il turismo è in espansione, anche se esposto all'instabilità politica del Paese. Il P. è membro della Comunidad Andina de Naciones (CAN) e la sede del Segretariato generale, sua principale istituzione, è a Lima: tuttavia i processi di integrazione tra i Paesi membri restano limitati, in quanto le economie della regione sono spesso più concorrenziali tra loro che complementari e solo il 10% del totale degli scambi peruviani si svolgono con il resto della Comunidad.
Storia
di Emma Ansovini
Le elezioni presidenziali, che si tennero nell'aprile del 2000 in un clima di forte mobilitazione e di acceso scontro politico, videro il confronto tra A. Fujimori, il discusso e autoritario presidente in carica e A. Toledo Manrique, un economista di origine india che era riuscito ad aggregare in una vasta coalizione, Perú Posible (PP), la maggioranza delle forze di centrosinistra. I risultati del primo turno, che assegnavano a Fujimori il 49,87% e a Toledo il 40,24, furono duramente contestati da quest'ultimo. Nelle contemporanee consultazioni legislative Perú 2000, la coalizione guidata da Fujimori, ottenne 52 seggi su 120, mentre a PP ne furono assegnati 29. Per protesta verso la conduzione delle elezioni Toledo non si presentò al secondo turno, svoltosi in maggio, e animò una dura mobilitazione di piazza che si protrasse per mesi. La situazione precipitò quando venne reso pubblico un filmato (sett. 2000) che ritraeva V.L. Montesinos Torres, capo dei servizi segreti e da sempre uomo ombra del presidente, nell'atto di corrompere un deputato dell'opposizione. Si aprì una fase di grave instabilità: Fujimori, ormai privo dei suoi tradizionali appoggi internazionali e travolto dallo scandalo, fuggì in Giappone (nov.). Nell'aprile 2001 si tennero pertanto elezioni presidenziali e legislative anticipate. In queste ultime la vittoria andò al PP con 45 seggi, seguito dalla socialdemocratica Alianza Popular Revolucionaria Americana (APRA) con 27 seggi e dal moderato Unidad Nacional con 17, mentre i rimanenti seggi si distribuirono tra i partiti minori. Nel primo turno delle presidenziali Toledo ottenne il 36,5% seguito sorprendentemente da A. García Pérez, storico leader dell'APRA, già presidente tra il 1985 e il 1990, che, tornato in Perù nel gennaio 2001 dopo otto anni di esilio grazie alla caduta in prescrizione dei reati di cui era accusato, superava la candidata della destra L. Flores Nano. Il secondo turno vide la vittoria di Toledo con il 53% dei voti. Le iniziative del nuovo presidente consentirono un sostenuto rilancio economico: la crescita del PIL si mantenne costantemente sopra al 4% (6,4% nel 2005), gli investimenti privati ebbero un forte aumento così come le esportazioni. I successi economici favorirono però i ceti medi cittadini senza migliorare in misura significativa le condizioni di vita della metà della popolazione che rimaneva sotto la soglia di povertà. Anche per questo motivo la legislatura fu caratterizzata da forti tensioni politiche e sociali: scioperi e proteste popolari si ripeterono per tutto il quinquennio coinvolgendo soggetti diversi, dal pubblico impiego, agli operai, ai contadini che si opponevano al drastico programma di eradicazione della coca. Nel maggio del 2003, in risposta a una ennesima agitazione, fu proclamato lo stato di emergenza in 12 dipartimenti e nel gennaio 2005 ebbe luogo un tentativo insurrezionale da parte di un gruppo ultranazionalista. La presidenza Toledo fu inoltre punteggiata da una serie di scandali che coinvolsero il presidente e svariati membri della sua famiglia e che lo convinsero a non ripresentare la sua candidatura. Nell'aprile 2006 il primo turno delle elezioni presidenziali fu vinto, in presenza di una miriade di candidati, da O.M. Humala Tasso Uñña, che precedette García e Flores. Humala rappresentò la novità di queste consultazioni: ex ufficiale dell'esercito, attivo nella repressione di Sendero Luminoso, aveva guidato un'insurrezione contro il presidente Fujimori; esiliato e poi amnistiato, era rientrato nell'esercito fino al 2005, quando diede il suo appoggio al fratello, uno dei principali responsabili della sollevazione contro Toledo. Portatore di un'ideologia che mescolava indigenismo, socialismo e neonazionalismo, Humala condusse una campagna elettorale dai toni molto accesi, incentrata sulla lotta alla corruzione, sulla nazionalizzazione delle risorse, sulla polemica contro le multinazionali e gli Stati Uniti, accusati di operare una sistematica spoliazione del Paese. Il ballottaggio, tenutosi in giugno, assegnò però la vittoria con il 53,5% dei voti a García, che, pur con un programma di ispirazione socialdemocratica e critico nei confronti delle politiche neoliberiste, ottenne l'appoggio della destra, preoccupata del radicalismo di Humala e dell'aperto sostegno ricevuto da quest'ultimo durante la campagna elettorale dal presidente venezuelano U.R. Chávez Frías. Il risultato mise in evidenza una profonda spaccatura nel Paese: la costa Nord e Lima a favore di García, mentre il Sud e il Centro, le zone più povere e abitate dalle popolazioni indie, si schierarono a favore di Humala. Nelle elezioni legislative, tenutesi contemporaneamente al primo turno delle presidenziali, il partito di Humala, Unión por el Perú conquistò 45 seggi, seguito dal Partido Aprista Peruano, nuova denominazione dell'APRA, con 36, e da Unidad Nacional con 17, mentre ad Alianza por el Futuro, il partito che faceva riferimento a Fujimori (interdetto dagli incarichi pubblici fino al 2011), furono assegnati 13 seggi e solo 2 a Perú Posible.
bibliografia
C.R. Balbi, D. Scott Palmer, "Reinventing" democracy in Peru, in Current history, February 2001, pp. 65-72.