personaggismo
s. m. (iron.) Eccessiva attenzione nei confronti dell’immagine costruita da un personaggio.
• Sessant’anni, romano, architetto, trentasette anni di carriera alle spalle, [Pasquale Bruno Malara] ha attraversato tutti i ranghi del Ministero dei Beni culturali: funzionario da Bologna a Verona, fino a Genova, dove è rimasto quasi dieci anni, dall’81 al ’91, arrivando a ricoprire l’incarico di soprintendente per i Beni architettonici della Liguria. Poi direttore regionale dei Beni culturali in Veneto e, adesso, in Liguria. Ha due figli, e la sua massima ha conquistato già gli uffici: «né personalismi, né personaggismi ‒ dice ‒ siamo tutti ingranaggi di un sistema per conservare e tramandare e rendere accessibile a tutti il nostro immenso patrimonio culturale». (Michela Bompani, Repubblica, 21 settembre 2007, Genova, p. XVII) • nel carnevale elettorale il «popolo» si beve quasi tutto, ma poi gli utenti molto meno, anzi per niente, e se la crisi economica comincia davvero a mordere ecco che il regime del «personaggismo» prima suscita nausea, poi rabbia, poi ti saluto e buonanotte al secchio. (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 25 settembre 2012, p. 9, Il caso Lazio).
- Derivato dal s. m. personaggio con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Stampa Sera del 22 maggio 1989, p. 19, Sport (Gian Paolo Ormezzano).