PERPETUITAS
L'aggettivo perpetuus in rapporto con Felicitas appare per la prima volta sulle monete dell'imperatore Commodo, ove sta a sottolineare la saldezza della sua felice unione con Crispina.
P., appoggiata ad una colonna, tiene sfera e scettro, consueti simboli della sovranità imperiale, e ricorda rappresentazioni analoghe simili della Securitas. Le stesse immagini con varianti minime e le stesse iscrizioni si ritrovano sotto gli imperatori Gallieno, Floriano, Probo e Caro. Prima di Alessandro Severo si trovano questi stessi attributi nelle rappresentazioni della aeternitas imperii. Ma vi è una decisa differenza tra Aeternitas e Perpetuitas. Mentre sotto Aeternitas, considerando passato e futuro, si pensa all'eterna esistenza di Roma aeterna, s'intende sotto P. la continuità cronologicamente limitata di una dinastia. Perciò Alessandro Severo chiama perpetua la sua Potestas (v.) e Probo aggiunge l'aggettivo perpetuus anche ai titoli imperiali. La trasformazione del concetto di aeternitas imperii in Perpetuitas Aug. rispecchia l'evoluzione del pensiero romano da un libero impero ad un despotismo di tipo orientale.
Bibl.: M. Grant, Roman Imperial Money, Londra 1954, p. 255.