PERILLOS (Πέριλλος, Περίλαος; Perillus)
Secondo una tradizione che ha ogni probabilità di essere leggendaria P. sarebbe stato un bronzista agrigentino, autore del famoso toro di bronzo da lui stesso donato al tiranno Falaride; la sua fioritura andrebbe posta quindi verso il 56o a. C. L'opera d'arte imitava il vero con grande perfezione, non mancandole che il moto e la voce per apparire addirittura viva; l'effetto della voce si poteva tuttavia raggiungere se, dopo avere rinchiuso un uomo dentro al toro che era cavo, si faceva arroventare questo con un gran fuoco: le grida della vittima, attraverso un dispositivo applicato al naso della bestia, risuonavano come veri lamentosi muggiti. Così l'opera d'arte divenne uno strumento di crudelissima morte per consiglio del suo stesso autore; senonché proprio a questi toccò di farne per primo l'esperienza: infatti il tiranno, con un atto di crudeltà che parve in questo caso giusta (Plin., Nat. hist., xxxiv, 89), fece subire a P. il tormento, e, dopo averlo tratto moribondo dal toro, lo gettò a morire insepolto. Il toro, nel quale si è creduto di riconoscere un culto cartaginese, passò a Cartagine, dopo il sacco di Agrigento del 403, e vi rimase finché Scipione Africano, distrutta la città, lo riprese e lo riportò agli Agrigentini.
Timeo (Hell. et Sic., xv, 116-118), ritiene che il toro portato a Cartagine non era quello di P., che da sue notizie particolari risultava essere stato gettato in mare.
In seguito è stato supposto (B. Pace) che il toro poteva essere un simulacro del fiume Akragas; solo in un secondo momento si sarebbe creata la leggenda, nellà quale vennero ad inserirsi i nomi di Falaride e di P.: un artista del quale si aveva soltanto un vago ricordo.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, Lipsia 1868, nn. 364-67, 369; H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 40, n. 54; B. Pace, in Boll. di Filologia classica, XX, I, 1913, p. 14 ss.; Thieme-Becker, XXVI, Lipsia 1932, p. 415; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XIX, 1937, c. 797, s. v. Perilaos, n. 9; B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, II, 1938, p. 67; S. Ferri, Plinio il vecchio, Roma 1946, XXXIV, 49, 89.