pericoloso (in poesia, sempre periglioso)
Aggettivo con valore di " dannoso " o " esposto al danno ", " rischioso ". Questo secondo valore è in Cv IV I 6, dove la coppia dannoso e pericoloso vale " pieno di pericolo "; così anche in XI 4, dove si afferma che il difetto delle ricchezze si riconosce nel pericoloso loro accrescimento (v. anche XII 1) e ne la dannosa loro possessione, cioè in una " insicura e rischiosa " crescita e in un possesso " nocivo ". La coppia ‛ dannoso-p. ' comporta una convergenza di significati, o è addirittura una coppia sinonimica. Il motivo è inoltre sviluppato nel cap. XII del IV trattato, in cui abbiamo altre due occorrenze dell'aggettivo (§§ 3 e 4); il frequente uso di p. è forse dovuto all'influsso di Boezio, il cui passo (Cons. phil. II m. V) è rielaborato da D. nei luoghi in questione.
In Cv II IX 8 e IV VI 17, p. equivale specificamente a " dannoso "; pregnante l'uso in specie nel secondo caso: quella [la imperiale autoritade] sanza questa [l'autoritade del filosofo] è pericolosa (cfr. Mn III XV 10). Al superlativo in Cv I XI 8 pericolosissimo difetto, e IV VII 3 pericolosissima negligenza.
Molto espressivo l'uso di periglioso in If I 24; il pelago (v. 23) si specifica poi meglio in un'acqua perigliosa (" che era stata... pericolo di morte ", Steiner): qui torna, rilevante, la nozione di rischio; v. anche PERICOLO.