FERRETTI, Pericle
Nacque a Bologna il 10 apr. 1888 da Alessandro, ingegnere specializzato nella progettazione e costruzione di funivie, e da Cloe Rossi. Iscrittosi alla facoltà d'ingegneria del politecnico di Milano, conseguì la laurea di ingegnere elettronico nell'anno 1910. Partecipò, poco dopo, ad un concorso per il reclutamento di ufficiali del genio militare; lo superò e divenne tenente nel ruolo ingegneri. Con questo grado fu inviato a frequentare la Scuola navale superiore di Genova, nella quale conseguì nel 1912 la laurea in ingegneria navale meccanica.
Avendo terminato gli studi iniziò la carriera nella regia marina e fu destinato all'arsenale di Napoli e al R. Stabilimento delle costruzioni navali di Castellammare di Stabia. Dal 1912 al 1916 fu sottodirettore di tale stabilimento e si applicò allo studio dei problemi relativi al varo delle navi ed a quello delle motrici a vapore, argomenti ai quali dedicò le sue prime pubblicazioni: Sull'equilibramento di una motrice policilindrica a bordo, in Riv. marittima, XLVI (1913), pp. 17-29; XLVII (1914), pp. 253-61; Di un particolare comportamento del coefficiente d'attrito nei vari, ibid., XLVIII (1915).
Nel 1917, dopo una brevissima sosta a La Spezia, fu assegnato all'arsenale di Taranto ove, promosso al grado di maggiore, rimase fino al 1921, prestando servizio, nel corso di alcuni periodi di imbarco, su diversi sommergibili. Tale servizio arricchì la sua specializzazione soprattutto nel settore degli apparati motori, sulla loro utilizzazione in rapporto con il problema principale per questo genere di navi, quello della durata dell'autonomia in immersione.
Il F. inventò un dispositivo, da lui inizialmente chiamato "apparecchio Ferretti", in seguito contraddistinto dalla sigla ML (iniziali del nome della moglie Maria Luisa); si trattava di una apparecchiatura costituita da un tubo che in posizione di lavoro era verticale. Esso, opportunamente carenato consentiva al sommergibile di passare in breve tempo, con il semplice azionamento dei timoni, dall'assetto di "affioramento forzato" - in cui navigava con il ponte di coperta a circa 7,5 m sotto il livello del mare ed era tenuto dai serbatoi opportunamente pieni d'acqua e grazie all'angolazione dei timoni di profondità - alla piena immersione.
Inoltre, l'invenzione del F. risolveva numerosi problemi permettendo che venissero effettuate la navigazione in affioramento forzato con i motori termici con una autonomia dipendente soltanto dalle riserve di combustibile o carburante, e lo scarico subacqueo dei prodotti dei motori termici e dei gas degli accumulatori, che potevano essere ricaricati dai motori termici. Per quanto riguarda l'autonomia, inoltre, essa veniva aumentata potendosi impiegare parte dei doppi fondi allagabili come deposito di combustibile.
L'invenzione del F., comunque, non ebbe molta fortuna; solamente nel 1938 l'apparecchio venne sistemato su una serie di dodici sommergibili di piccola crociera, ma poi gli ML vennero rimossi e lasciati nel cantieri di Monfalcone. Le vicissitudini belliche permisero ai militari tedeschi di impadronirsene e di impiegarli per i loro sommergibili. Con il nome di Schnorchel l'apparecchio del F. venne nel secondo dopoguerra adottato da tutte le nazioni compresa l'Italia.
Il dispositivo del F., che consentiva anche una migliore alimentazione con aria esterna dei locali motori, risulta ampiamente illustrato nella memoria Lo Schnorchel italiano, pubblicata a Roma nel 1986 a cura dell'Ufficio storico della Marina militare.
Alla fine del 1921, dopo un breve periodo di docenza all'Accademia navale di Livorno, il F. venne assegnato di nuovo all'arsenale di Napoli, del quale fu direttore fino al 1926. L'anno precedente aveva vinto il concorso per la cattedra di meccanica applicata alle macchine nella facoltà di ingegneria dell'università di Napoli. Prima di lasciare il servizio fu imbarcato sul cacciatorpediniere "Crispi", sul quale vennero montate, sotto la sua direzione, le turbine a vapore Belluzzo. Nello stesso 1926 venne, a domanda, collocato in aspettativa con il grado di tenente colonnello e due anni dopo lasciò la marina col grado di colonnello. Nel 1935 progettò il "sommergibile tascabile" (MSI veloce) i cui esemplari finirono preda bellica degli USA. Notevole anche il suo contributo alla costruzione della nuova nave da guerra "Duilio".
I suoi studi inclusero un campo molto vasto: dalle funivie (ad es. quella di Montecassino del 1930) alla meccanica applicata; dalle autostrade ai motori azionati da combustibili poveri, allora denominati autarchici. Curò per l'aeronautica la costruzione della prima turbina a gas nel 1943, anno in cui dovette nascondersi a Roma per non venire catturato dai Tedeschi.
Al F. si deve la nascita dell'Istituto nazionale dei motori del Consiglio nazionale delle ricerche a Napoli, in cui furono compiuti molti importanti studi, purtroppo allora non pubblicati, perché vincolati dal segreto militare.
Il F. morì a Napoli il 12 febbr. 1960.
Fra le sue opere ricordiamo: Problemi della tecnica delle funivie, in Annali d. R. Istituto sup. navale, II(1933), pp. 193-204; Problemi tecnici delle funivie, in Atti d. Soc. ital. per il progresso d. scienze, II(1934), pp. 431 ss.; Autostrada di montagna, ibid.,pp. 392-395; Le turbine a gas di scarico, Napoli 1946; Misure meccaniche, ibid. 1946; Meccanica delle macchine, I-II,ibid. 1946.
Fonti e Bibl.: I dati anagrafici sono stati forniti dalla figlia Cloe ved. Taddei; necr. in Ricerca scientifica, XXX(1960), pp. 621-624 (ripubbl. da M. Taddei, P. F., Roma 1986); G. Quadri, Il precursore ital. dello Schnorchel, in Riv. marittima, LXXXI (1949), pp. 3-8; D. Parisef, Dove finiscono le invenzioni ital., in Giorn. d'Italia, 4 genn. 1950; La Scuola di ingegneria in Napoli 1811-1967, a cura di G. Russo, Napoli 1967, pp. 265 s., 287, 289, 351, 360, 379; G. Galuppini, Lo Schnorchel è una invenzione ital., in Riv. marittima, CVIII(1975), pp. 19-31; Ufficio storico della Marina militare, Lo Schnorchel italiano, a cura di G. Galuppini, Roma 1986.