Vedi PERGE dell'anno: 1965 - 1996
PERGE (Πέργη)
Una delle più importanti città della Pamphylia, situata 18 km ad E di Antalya (Adalia) presso l'attuale paese di Murtana. Essendo essa situata sulla grande strada che dalla Pisidia portava nella Cilicia, ed essendo collegata col fiume Kestros (Aksu) che distava da essa 7 km, divenne in breve tempo una fiorente città.
Il suo nucleo primitivo deve essere ricercato sull'acropoli che presenta la forma di una terrazza abbastanza allungata alta circa 50 m. In seguito la città si estese nella pianura, ai piedi di questa acropoli, verso meridione. La cinta di mura oggi ben conservata ci dà un'idea dell'estensione della città ellenistica. L'opera muraria è eseguita con una eccellente tecnica ortogonale e presenta torri quadrangolari. La porta principale della città aveva nella sua prima fase due torri rotonde e dietro di essa si apriva un cortile ovale. Ma la maggiore fioritura di P. avvenne nell'età imperiale romana (dal sec. II d. C. in poi), in cui essa si estese molto al di là della cinta delle mura ellenistiche. La pianta della città prese una forma abbastanza regolare e fu determinata da due strade fiancheggiate da colonne che si incrociavano. Dei grandi edifici i cui avanzi sono ancora in piedi sono da ricordare, dentro la cinta delle mura, alcune costruzioni con grandi piazze circondate da portici a colonne che possono essere interpretate come agorài o come palestre; fuori della cerchia delle mura, il teatro e lo stadio. La cavea del teatro che si appoggia su una collina vicina all'acropoli è ben conservata; è invece crollata la facciata della scena; alla parete di fondo della scena si appoggia una facciata che presenta tre grandi nicchie semicircolari (ninfeo?). Vicino al teatro si trova lo stadio ben conservato e costruito con una tecnica molto accurata. Esso misura circa 250 m di lunghezza, è rettilineo ad una estremità e curvilineo alla altra. Le gradinate, nelle quali potevano trovar posto circa 12.000 spettatori, poggiano sopra sostruzioni a vòlta.
Vicino alla città, in un luogo elevato, si trovava il famoso tempio di Artemide Pergàia (Περγαία). Varie ricerche eseguite nell'anno 1946 da parte di archeologi turchi (A. M. Mansel e A. Akarca) in diverse località e soprattutto sul pendio dello Eyiliktepe, dove lo studioso italiano B. Pace aveva trovato l'inventario del tempio, non hanno raggiunto lo scopo prefisso di ritrovare cioè il luogo del tempio medesimo. Maggior successo si è avuto nell'esplorazione delle necropoli che si trovano nell'immediata vicinanza delle mura. Così vennero in luce, sui due lati di una strada di sepolcri, numerosi sarcofagi ben conservati dei quali la maggior parte presenta iscrizioni, mentre alcuni di essi sono ornati di rilievi; questi sarcofagi sono databili, a giudicare dalle loro iscrizioni, nella prima metà del sec. III d. C. I sarcofagi a rilievo mostrano ghirlande, maschere teatrali, rappresentazioni di Eros e Psyche, o Nikai recanti medaglioni, e costituiscono un notevole incremento non soltanto per il gruppo dei sarcofagi anatolici a ghirlande, ma anche per quello chiamato dagli archeologi e specialmente dal Rodenwaldt, gruppo dei sarcofagi "panfilici".
La città sembra avere avuto una certa importanza nella tarda età classica e nella prima età bizantina, come dimostrano avanzi di edifici (basiliche, palazzi, terme ecc.) che si trovano sia dentro sia fuori la cerchia delle mura. Col procedere del tempo tuttavia la città si ritirò sull'acropoli e qui terminò la sua vita. Avvenimenti bellici, terremoti e impaludamento della regione devono essere state le cause per le quali la città giunse a un definitivo abbandono.
Bibl.: W. M. Leake, in Journal of a Tour in Asia Minor, Londra 1824, p. 131 ss.; Ch. Texier, Description de l'Asie Mineure, III, Parigi 1849, p. 21 ss.; Ch. Fellows, Ausflung nach Kleinasien, Lipsia 1853 (trad. tedesca di Zenker), p. 97 ss.; P. Trémaux, Exploration archéologique en Asie Mineure, Parigi 1863; K. G. Lanckoronski, Les villes de la Pamphilie et de la Pisidie, I, Vienna 1890, p. 35 ss.; H. Rott, Kleinasiatische Denkmäler, Lipsia 1908 (per edifici cristiani); R. Paribeni-P. Romanelli, in Mon. Ant. Lincei, XXIII, 1914, 1915-1916; III, 1916-20 (1921), p. 29 ss.; id., ibid., VI-VII, 1923-1924 (1926), pp. 343 ss.; W. Ruge, in Pauly-Wissowa, XIX, 1937, c. 694 ss. Per gli scavi turchi e per le esplorazioni cfr. Fasti Arch., II, 1947, n. 2064 e soprattutto A. M. Mansel-A. Akarca, Excavations and Researches at Perge, Ankara 1949; L. Crema, L'architettura romana, in Enc. Class., sez. III, vol. XII, 1959, pp. 286, 303, 349, 428, 446.
(A. M. Mansel)
Iconografia. - La personificazione di P. appare sempre nella raffigurazione ellenistica di Tyche ma con grande varietà di attributi e in associazione con diverse altre immagini umane e divine.
Sulle monete di età imperiale talora è in piedi, talora seduta, talora limitata al solo mezzo busto; di volta in volta fronteggia il simulacro del culto di Artemide (che viene rappresentato per lo più entro un tempietto distilo assai schematizzato, sormontato dal crescente lunare e da una stella) o la figura dell'imperatore romano con corazza, oppure sovrasta un dio fluviale nuotante. La dea di P. ha quasi sempre il kàlathos e sul capo un velo o la corona turrita; sorregge in mano, alternatamente, una cornucopia e un timone, oppure un fascio di spighe mentre con l'altra mano si appoggia a una rupe. In una moneta appare fra due colonne, al di sotto del timpano del tempio usato abitualmente per il simulacro aniconico di Artemide Pergàia, tenendo la cornucopia nella sinistra, una piccola Nike nella destra.
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, 2, 1902-1909, c. 1959, s. v.; G. F. Hill, Catalogue of the Greek Coins of Lycia. Pamphylia and Pisidia, Londra 1897, p. 129, n. 49; F. Imhoof-Blumer, Kleinasiatische Münzen, II, Vienna 1902, pp. 329, n. 19; 330, n. 23; 331, n. 26; 332, nn. 31, 33; 333, n. 35; tav. XI, n. 8. Per la rappresentazione del tempio che compare sulle monete, cfr. B. Pace, Diana Pergaea, in Ausonia, X, 1921, pp. 180 ss.; A. M. Mansel-A. Akarca, Perged Kazilar ve Arastirmalar (Excavations and Researches at Perge), Ankara 1949, pp. 62-8, tav. XVIII, figg. 76, 77.
(A. Bisi)