PERGE (Πέργη, Perge o anche Perga)
Antica e fiorente città greca della Pamfilia, sulla riva destra del fiume Cistro a 60 stadî dalla sua foce. Fornita di un porto, era collegata col mare e altresì, essendo navigabile l'ultimo tratto di questo fiume, col territorio compreso fra esso e il fiume Catarracte. Alessandro il Grande occupò la città venendo per la strada aspra e difficile da Faselide. Più tardi P. fu capitale della Pamphylia Secunda, vi predicarono il vangelo Paolo e Barnaba, e Ierocle la nomina ancora come metropoli della Pamfilia. Sulle colline nei suoi pressi si alzava un antico e illustre tempio di Artemide, presso il quale venivano celebrate delle feste annuali (v. le monete in fig.). Notevoli ruderi di Perge si rinvengono a 16 miglia a NE. di Adalia, in una valle chiusa fra tre alture nell'odierno paese di Eskikalesi; la più antica città si elevò sull'altura settentrionale, dove in epoca di maggiore floridezza e sicurezza si ridusse l'acropoli, estendendosi l'abitato verso la pianura, ma dove essa si restrinse di nuovo nell'epoca turbolenta dopo la fine dell'età romana: entro i cospicui resti della cinta dell'acropoli si notano solamente vaste cisterne e varî ruderi sparsi; la porta della cinta della città bassa è fiancheggiata da due superbi torrioni rotondi; fuori anche di questa cinta vi sono importanti resti del teatro e dello stadio.
Bibl.: K. Lańckoronski, Städte Pamphyliens und Pisidiens, I, Vienna 1890, p. 36 segg.; R. Paribeni e P. Romanelli, in Mon. Ant. Lincei, XXIII (1914), col. 48 segg.; sul culto di Artemide Pergaia v. O. Höfer, in Roscher, Lex. d. griech. u. röm. Mythologie, III, col. 1955 segg.; B. Pace, in Annuario Scuola arch. di Atene, III (1916-20), p. 30 segg.; id. Diana Pergaea, in Ausonia, X (1921), p. 169 segg.