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PEREGRINO PROTEO

di Guido CALOGERO - Enciclopedia Italiana (1935)
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PEREGRINO PROTEO

Guido CALOGERO

. Personalità assai singolare del sec. II d. C., ondeggiante tra il cristianesimo e il cinismo. Ci è noto soprattutto attraverso il libello di Luciano De morte Peregrini (se ne veda l'edizione, con introduzione e commento, di D. Plooij e J. C. Koopmann, Utrecht 1915), il quale è peraltro tanto fieramente avverso al cinismo in generale e al temperamento mistico e fanatico di P. in particolare, che il suo giudizio, affatto negativo, è da considerare esagerato e da correggere con le attestazioni di Aulo Gellio (8, 3; 12, 11), orientate in senso assai più favorevole. Prima appartenente a una comunità cristiana, fu, per il suo contegno personale, messo in prigione; ma, perdonato e rimesso in libertà dal governatore della Siria, venne sempre più adottando il costume cinico, finché, abbandonato completamente il cristianesimo, condusse una vita errabonda, caratterizzata da ogni più aspro tratto di quel costume: negazione di qualsiasi potestà politica, dispregio di tutte le leggi e norme sociali, intenzione deliberata di scandalo (ἀξαίδεια). E questa vita concluse egli stesso nel modo più singolare durante le feste Olimpiche dell'anno 165, preparandosi un rogo e salendovi, dopo aver salutato solennemente il sorgere del sole e non senza aver prima annunciato il suo programma a tutte le maggiori città della Grecia. Egli volle così, da un lato, identificarsi misticamente con Eracle (divino protettore dei cinici, come personificazione del loro ideale del πόνος, e parimenti arsosi sul monte Eta) e dall'altro offrire a tutti un esempio del dispregio cinico della morte.

Bibl.: E. Zeller, Vorträge und Abhandlungen, II (1877), pp. 154-88; J. Bernays, Lukian und die Kyniker, Berlino 1879; M. Croiset, negli atti dell'Académie des sciences et lettres di Montpellier, sez. letteraria, VI (1880), pp. 455-491; J. Vahlen, Opuscula academica, I, Lipsia 1907, pp. 181-97. Ulteriore bibliografia in Ueberweg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Philosophie, I, 12ª ed., Berlino 1926, p. 168 dell'appendice bibliografica.

Vedi anche
cinici I rappresentanti del movimento filosofico iniziato nell’età di Socrate da Antistene e perpetuatosi in tutto lo sviluppo della cultura antica. Il nome deriva dal ginnasio di Cinosarge, il luogo di riunione dei giovani ateniesi figli di madre non cittadina in cui insegnava Antistene, o dallo stile di ... Epittèto Epittèto (gr. ᾿Επίκτητος, lat. Epictetus). - Filosofo greco (Ierapoli di Frigia 50 d. C. - Nicopoli, Epiro, 138 d. C.), schiavo di Epafrodito liberto di Nerone. Emancipato, fu a Roma scolaro dello stoico Musonio Rufo e quindi insegnò egli stesso filosofia stoica. Bandito da Roma da Domiziano, si stabilì ... Settembrini, Luigi Patriota e letterato italiano (Napoli 1813 - ivi 1876). Intrapresi gli studî giuridici, si dedicò in seguito, come allievo di B. Puoti, agli studî letterarî; nel 1835 conseguì la cattedra di eloquenza a Catanzaro, dove fondò, insieme a B. Musolino, la setta dei Figliuoli della Giovine Italia. Arrestato ... Aulo Gèllio Gèllio, Aulo (lat. Aulus Gellius). - Scrittore ed erudito latino (sec. 2º d. C.). Fu da giovane ad Atene, dove tornò in età matura, e dove compose l'opera detta Noctes Atticae, perché ebbe origine da appunti presi nelle lunghe sere d'inverno in una rustica dimora dell'Attica; è un'opera miscellanea (in ...
Vocabolario
pròteo²
proteo2 pròteo2 (non com. alla greca protèo) s. m. – Persona che muta spesso di opinione, per celare agli altri le proprie idee o intenzioni: essere un p.; comportarsi da proteo; anche con il sign. di proteiforme, rispetto a cui è meno...
pròteo¹
proteo1 pròteo1 s. m. [lat. scient. Proteus, dal gr. Πρωτεύς, nome del dio Pròteo (v. proteo2)]. – 1. Genere di anfibî urodeli con la sola specie europea Proteus anguinus, tipicamente cavernicola e neotenica, che vive nelle acque sotterranee...
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