PERDICCA II re di Macedonia
Figlio di Alessandro Filelleno (450 circa-414 circa a. C.). Sembra certo che quando Alessandro nel 450 circa morì, P. non gli succedette subito sul trono. Un fratello maggiore, Alceta, avrebbe dovuto regnare, ma questi fu presto eliminato da P. d'accordo con un altro fratello, Filippo. P. e Filippo si divisero allora il regno, e a P. ne toccò subito o poco dopo la maggior parte; a Filippo restò una vasta zona nella regione del Vardar. P. cercò) in seguito di eliminare del tutto questa divisione, favorita e appoggiata da Atene per ovvî interessi, ma vi riuscì Solo verso il 432, mettendosi in urto con Atene, che tentò di far ricuperare a Filippo il suo regno. La vicenda si complicò poco dopo, quando i prodromi della guerra del Peloponneso, da P. acutamente interpretati, gli offrirono la possibilità di unirsi con tutta la Lega peloponnesiaca nella sua lotta contro Atene. Egli cercò anche, allora, di strappare ad Atene le confederate nella penisola calcidica, concedendo alle città indifese la possibilità di abbandonare i loro territorî e di spostarsi in Macedonia. Il piano fu parzialmente frustrato dall'energica politica di Atene, che seppe far ribellare, alle spalle di P., il principe della Lincestide (vassallo della Macedonia), mentre occupava Terme, il principale porto macedonico. P. dovette allora cominciare, per riavere Terme, quella politica audace e cauta di altalena, che continuò sino alla morte, riuscendo a mantenere salda l'unità della Macedonia, nonostante gli attacchi che di volta in volta le portarono i contendenti. Nel 429 P. riuscì anche a evitare gli effetti, che potevano essere letali, dell'invasione di Traci Odrisî guidati da Sitalce (v.); nel 424 impedì che le imprese dello spartano Brasida (v.) in Tracia danneggiassero eccessivamente la Macedonia e riuscì anzi a pattuire con Brasida un aiuto per domare la Lincestide; infine negli anni 417-14 cooperò, senza giungere ad aperto conflitto con Atene, a evitare che essa ricuperasse Amfipoli.
Precipitatosi forse leggermente in un conflitto che doveva estenuare la Macedonia per venti anni, P. seppe però evitare i maggiori mali, lasciando al figlio Archelao un regno solido. Troppo preoccupato delle guerre per poter dare molto incremento alla cultura (ma alla sua corte fu Ippocrate), egli cercò d'introdurre nuclei greci in Macedonia e accolse, oltre ai Calcidesi già ricordati, anche gl'Istiei che Pericle aveva cacciati dall'Eubea (446 circa a. C.).
Bibl.: W. Fischer, König P. II. von Makedonien, in Kleine Schriften, I, Lipsia 1874, p. 238 segg. (lo scritto è del 1837); O. Abel, Makedonien vor König Philipp, Lipsia 1847, pag. 170 segg.; F. Geyer, Makedonien bis zur Thronbesteigung Philipps II., Monaco e Berlino 1930, p. 50 segg.; A. Momigliano, Filippo il Macedone, Firenze 1934.