Per un pugno di dollari
(Italia/RFT/Spagna 1964, colore, 100m); regia: Bob Robertson [Sergio Leone]; produzione: Arrigo Colombo, Giorgio Papi per Jolly/Constantin/Ocean; soggetto: Sergio Leone; sceneggiatura: Sergio Leone, Duccio Tessari; fotografia: Federico Larraya, Jack Dalmas [Massimo Dallamano]; montaggio: Bob Quintle [Roberto Cinquini]; scenografia e costumi: Charles Simons [Carlo Simi]; musica: Don Savio [Ennio Morricone].
Nel paesino di San Miguel, dove il vecchio West si accosta al confine messicano, arriva un pistolero straniero e solitario. Il locandiere Silvanito gli racconta che in paese comanda la violenza e prospera il contrabbando di alcol e di armi, ma "quando i padroni sono due, vuol dire che ce n'è uno di troppo". Infatti a spartirsi il paesino assoldando la feccia della frontiera sono due bande rivali, i Rojo e i Baxter, e con questi ultimi il pistolero fa subito conoscenza: nella sua prima sparatoria elimina quattro banditi della famiglia Baxter. Quindi fa visita ai fratelli Rojo: Benito, Esteban e Ramón, dei tre il più cinico e sanguinario. Benché assoldato dai Rojo, il pistolero si cimenta in un doppio gioco che mette di nuovo Baxter e Rojo gli uni contro gli altri, guadagnandosi la fiducia e i dollari di entrambe le famiglie. Dopo una sparatoria tra le due bande da lui propiziata, uno scambio di ostaggi e la rocambolesca liberazione della messicana Marisol rapita da Ramón, lo straniero viene scoperto e, pestato a sangue dai Rojo, si nasconde in una grotta, dove inizia a costruirsi una strana corazza metallica. Nel frattempo i Rojo annientano con crudeltà i rivali di sempre; ma è a questo punto che lo straniero (il cui nome solo ora si scopre essere Joe) riappare per il duello finale. Nello scontro a fuoco la sua corazza respinge i colpi smentendo così l'affermazione di Ramón: "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto". Eliminati gli scagnozzi dei Rojo, lo straniero uccide in duello Ramón e si dirige, così come era arrivato, verso il prossimo paesino polveroso.
Per un pugno di dollari segnò la nascita del 'western all'italiana' (altrimenti detto 'spaghetti-western'), tra i generi più fortunati del secondo dopoguerra, capostipite di una produzione che riscosse grande successo commerciale in Italia e all'estero, e rivitalizzò il western che, anche negli USA, aveva cominciato a conoscere un netto declino. L'ispirazione del film venne a Sergio Leone da una pellicola di Kurosawa Akira: Yōjimbo (La sfida del samurai, 1961). All'epoca, Kurosawa citò per plagio Leone e fu risarcito mediante i diritti esclusivi di distribuzione di Per un pugno di dollari in Giappone, Corea del Sud e Formosa (Taiwan), unitamente al quindici per cento dello sfruttamento commerciale in tutto il mondo. Il successo del film si può intuire da alcune cifre: incassò nel primo anno circa due miliardi di lire, e dopo questa trionfale accoglienza furono prodotti in Italia duecentotredici western dal 1965 al 1969. Il titolo del film di Leone riecheggiò a lungo nel panorama cinematografico italiano di quegli anni: Per un pugno nell'occhio (Michele Lupo, 1964), Per un pugno di eroi (Eine Handvoll Helden, Fritz Umgelter 1967), Per un pugno di donne (Tickle Me, Norman Taurog 1965)…
Il fenomeno del western nostrano ebbe, nell'arco di un decennio, una eccezionale influenza sulla società e sul costume contemporanei. Ciò che però sorprende nel capofila, e di riflesso nel 'rinascimento' del western americano di quel periodo, è la capacità di imporre una nuova cifra stilistica ad un genere già ampiamente codificato. Il frequente abuso del primo e del primissimo piano, volto a penetrare la psicologia, i tic, le perversioni e le nevrosi dei personaggi; le inquadrature spinte sino al virtuosismo barocco e gli arditi movimenti della cinepresa; i silenzi espressivi e le lunghissime pause narrative; l'attenzione per i dettagli in apparenza ininfluenti; la musica mescolata con i rumori degli oggetti e con gli effetti sonori; il ricorso alle voci fuori campo mentre si dilatano a dismisura le inquadrature sui protagonisti: questi e altri stilemi diverranno gli emblemi di uno stile originale, una nuova poetica applicata a un genere cinematografico a torto ritenuto logoro e anacronistico. Non che Leone non ricorra all'impiego di figure retoriche del cinema classico come il montaggio alternato ‒ la sparatoria tra i Rojo e i Baxter alternata all'irruzione di Joe nel fortino dei Rojo; né si può dire che il regista romano rinunzi al dualismo manicheo fra buoni o malvagi, potenti o indifesi, vili o coraggiosi, quel dualismo visitato spesso semplicisticamente nel percorso centenario del cinema western. Vero è però che Leone, anche quando ritorna nei luoghi tradizionali del genere, lo fa con un piglio innovativo, delineando un sentiero sino ad allora sconosciuto. La drammaticità della vicenda viene prosciugata attraverso l'amplificazione dei duelli cruenti, la modernità e l'essenzialità del linguaggio, la nudità degli scabri paesaggi iberici così lontani dal Grand Canyon, il bozzettismo che attinge al fumetto ‒ sin dai titoli di testa, dove silhouette e sagome di pistoleri si inseguono sparandosi a vicenda su uno sfondo rosso sangue: tutti elementi inediti che faranno scuola e ritorneranno nella successiva filmografia di Leone. Come precursore di un genere fortunatissimo, il film ottenne all'epoca meno premi ufficiali di quanto meritasse; da ricordare il Nastro d'argento 1965 a Ennio Morricone per la migliore musica.
Interpreti e personaggi: Clint Eastwood (Joe, lo straniero), John Wells [Gian Maria Volonté] (Ramón Rojo), Marianne Koch (Marisol), Margarita Lozano (Consuelo Baxter), Carol Brown [Bruno Carotenuto] (Antonio Baxter), Antonio Prieto (Benito Rojo), Wolfgang Lukschy (John Baxter), José 'Pepe' Calvo (Silvanito), Richard Stuyvesant [Mario Brega] (Chico), Sieghardt Rupp (Esteban Rojo), Daniel Martin (Julian, marito di Marisol), Benny Reeves [Benito Stefanelli] (Rubio), Aldo Sambrell (pistolero).
M. Soldati, Nascita del western italiano, in "L'Europeo", 28 novembre 1964, poi in Da spettatore, Milano 1973.
T. Kezich, Per un pugno di dollari, in "Bianco e nero", n. 11-12, novembre-dicembre 1964.
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Sceneggiatura: in Per un pugno di dollari, a cura di L. Verdone, Bologna 1979.