PENNI, Giovan Francesco, detto il Fattore
Pittore, nato a Firenze intorno al 1488 (ma suo padre, nella portata al catasto del 1504, lo dichiara di otto anni), morto a Napoli nel 1528, fedelissimo scolaro del Sanzio, che forse seguì da Firenze a Roma. È certissimo che aiutò Raffaello in alcune tra le principali imprese romane, alle Logge, alla Farnesina, ai cartoni degli arazzi, nella Stanza dell'Incendio di Borgo; in quale misura non si sa con precisione.
Quando, dopo la morte di Raffaello, fu ripresa la dipintura della Sala di Costantino, il P. vi lavorò insieme con Giulio Romano (1524-25). Già lo Scannelli attribuì al P., di quel complesso decorativo, il Battesimo di Costantino, al quale si vollero poi aggiungere, quale opera del P., anche l'affresco con la Donazione di Roma e le figure allegoriche. Opera certa del Fattore sembrano comunque, in detta sala, le pitture a monocromato dello zoccolo per le quali esistono i disegni al Museo del Louvre condotti, come già notava il Passavant, con lo stesso stile dei disegni per i fregi degli arazzi con le storie degli apostoli. E si sa, per testimonianza del Vasari, come della collaborazione del P. agli arazzi fossero oggetto "particolarmente le fregiature"; al P. non mancava d'altronde il talento per la decorazione murale, se di lui esisteva a Roma, come ci attestano gli antichi biografi, una facciata dipinta a Montegiordano.
Tra le opere di cavalletto più sicuramente riconosciute al P. sono la Madonna del Passeggio nella galleria Bridgewater a Londra, su cartone di Raffaello, già attribuitagli dal Passavant, la parte inferiore dell'Incoronazione della Vergine dipinta per le monache di Monteluce presso Perugia e ora nella Galleria Vaticana. In altri dipinti tradizionalmente attribuiti a Raffaello si volle scorgere la mano del P., nella Visitazione, nel Noli me tangere e nello Spasimo di Sicilia al Museo del Prado; il Passavant fa con sicurezza il nome del P. a proposito di una Carità e di una Speranza, passate dalla galleria Borghese a una raccolta inglese.
Nel 1526 il P. si recò a Mantova presso Giulio Romano, ma tornò subito a Roma e di qui, al seguito del marchese del Vasto, passò a Napoli, dove pare fosse operoso, e vi rimase fino alla morte.
La debole personalità del Fattore rimane, ancor oggi, poco chiara a chi cerchi districarla dalla congerie delle opere eseguite dagli scolari di Raffaello su disegno, o anche con la parziale partecipazione del maestro. Sui suoi disegni condotti a termine con particolare diligenza insistono il Vasari e il Baldinucci; e, inoltre, sulla sua perizia nei paesi e nelle prospettive. Vi ha inoltre chi vede il suo carattere d'interprete ligio al maestro manifestarsi attraverso una tinta mattonosa dell'incarnato, una trascrizione pedissequa del particolare, una tipica gonfiezza delle estremità e cerca scoprire questi segni già nella Madonna dell'Impannata (Venturi); altri designa come tinte peculiari del P. un verde chiaro, un giallo vivace, un violetto cangiante (Passavant). Una sorella del P. sposò Perino del Vaga, il quale con Luca, fratello di Giovan Francesco, fu attivo a Genova, a Lucca e altrove. Occupato particolarmente a fornire disegni per incisioni, Luca P. visse a lungo in Francia, a Parigi e a Fontainebleau, tra il 1530 circa e il 1556, anno della sua morte.
Bibl.: F. Baumgart, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932; J. D. Passvant, Raffaello d'Urbino, Firenze 1899, passim.