PENNACCHI, Girolamo, detto Girolamo da Treviso il Vecchio
Pittore trevisano, nato circa il 1450, morto forse nel 1496. La sua appartenenza alla famiglia di Pier Maria Pennacchi, del quale sarebbe il fratello maggiore, non è ancora sicura. Gli affreschi e la pala d'altare della cappella Spineda in S. Niccolò di Treviso, ricordati dal Federici come primo lavoro del P. (1470), sono andati perduti. Nel S. Girolamo, firmato e datato (1415), di casa Piccinelli a Seriate presso Bergamo e nella Pietà di Brera egli si rivela seguace ritardatario della maniera squarcionesca. Una fusione di elementi mantegneschi e antonelliani caratterizza la Morte della Vergine, firmata e datata 1478, fino a pochi anni fa presso gli eredi Pieriboni a Lonigo (Vicenza). Lo spirito del grande pittore messinese predomina nella chiara e solida composizione della pala detta del Fiore nel duomo di Treviso (1487), con la Vergine in trono fiancheggiata dai santi Rocco e Sebastiano, mentre derivano da modelli belliniani le Madonne già nella collezione Weber ad Amburgo e nella raccolta Dessau e la Pietà (firmata) della galleria Tadini a Lovere. Del 1492 è l'affresco frammentario con S. Sebastiano in S. Agostino a Treviso. Il vigore antonelliano comincia a infiacchirsi nella pala dell'Accademia di Venezia, firmata e datata 1493, proveniente dal castello di Collalto nel Friuli e rappresentante la Madonna in trono con quattro santi: decadimento che si accentua nell'altra pala del duomo di Treviso, con la Madonna e quattro santi, proveniente da S. Vigilio a Montebelluna. L'attribuzione al P. della lunetta con la Trasfigurazione nell'Accademia di Venezia è controversa.
Bibl.: E. Zocca, G. da T. il Vecchio, in Boll. d'arte, n. s., XXV (1931-32), pp. 388-397; G. Fiocco, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932 (con bibl.).