PENELOPE (Πηνελόπη, Penelŏpe)
In origine fu probabilmente una divinità arcade, madre del dio arcade Pan. Nella leggenda omerica diventa moglie di Ulisse e madre di Telemaco. Durante la lunga assenza di Ulisse per la guerra troiana, i principi d'Itaca e delle isole vicine vogliono costringere P. a scegliere tra loro un marito. Ella allontana la decisione promettendo che si sposerà quando avrà tessuta la veste funebre per il suocero Laerte, ma di notte disfà quello che aveva tessuto durante il giorno, finché le serve svelano l'inganno. Quando Ulisse, travestito da mendicante, giunge a Itaca, non si fa riconoscere da P., ma le annunzia il prossimo ritorno del marito. P., per consiglio di Atena, propone una gara di tiro con l'arco di Ulisse: il vincitore sarà suo sposo. Essa stessa consegna l'arco ai banchettanti, poi si ritira e non assiste alla strage dei pretendenti, che le viene poi annunziata da Euriclea, insieme con l'arrivo di Ulisse.
Appena menzionata nell'Iliade, P. domina nell'Odissea, dove, non ostante non poche contraddizioni, ci appare un modello di moglie e di madre: la sua triste e dignitosa attesa ha ispirato poeti, prosatori e artisti d'ogni epoca e la sua fedeltà al marito è divenuta proverbiale. In seguito, specialmente in età ellenistica, questa sua fedeltà viene attaccata, perché alla leggenda omerica si vuole collegare quella arcade, ma senza mai distruggere la bella figura di donna che l'antica epopea aveva creato. Di P. e i Proci, o Ermete, o Apollo, si fece figlio Pan. Presso Orcomeno si mostrava la tomba di P., scacciata, si diceva, da Ulisse.
Nelle arti figurative P. appare per la prima volta nei vasi a figure rosse di stile severo e in rilievi press'a poco contemporanei, cioè quando comincia la preferenza per le scene di carattere patetico; generalmente è raffigurata mentre, mesta, attende il marito.
Bibl.: J. Schmidt, in Roscher, Lexicon der griech. u. röm. Mythologie, III, coll. 1901-1920; C. Robert, Die griechische Heldensage, III, ii, i, Berlino 1923, pp. 1051-1052; III, ii, ii, p. 1397 segg.; U. v. Wilamowitz-Moellendorff, Die Heimkehr des Odysseus, Berlino 1927, passim; Fr. Mueller, Die antiken Odyssee-Illustrationen, Berlino 1913, passim.