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peltro

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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peltro

Lucia Onder

Il peltro è " una spezie vile di metallo composta d'altri " (Boccaccio), è " stagno raffinato con argento vivo " (Andreoli): il termine è usato per " denaro " e " ricchezze " in generale, in relazione con la simbologia del veltro, in If I 103 Questi non ciberà terra né peltro, / ma sapïenza, amore e virtute, / e sua nazion sarà tra feltro e feltro.

Benvenuto chiosa: " Et bene dicit peltro, est enim peltrum factum ex stagno et ramo; quod est dicere: iste princeps futurus non faciet monetam falsam... et ... non violabit iustitiam auro, et non vendet causas pauperum, vel libertates populorum, sicut moderni principes et pontifices, immo contrarium faciet "; e il Vellutello: " non regnerà in lui l'avarizia, la qual consiste in cibarsi e accumularsi terreni e tesori d'ogni spezie di metallo, ponendo 'l peltro per tutti quelli ".

È interessante segnalare che il vocabolo ritorna, in rima con " Feltro " e " veltro ", nel cosiddetto Serventese romagnolo (Venutu m'è in talento 41-43) scoperto dal Casini (Contini, Poeti I 877-881).

V. FELTRO, e soprattutto VELTRO.

Vocabolario
péltro
peltro péltro s. m. [lat. *peltrum, forse voce di origine ligure]. – 1. a. Lega di stagno con piombo o antimonio (contenente circa l’1% di argento o rame, che le conferisce durezza e sonorità) o con entrambi, usata nel medioevo e anche...
zuccherièra
zuccheriera zuccherièra s. f. [der. di zucchero]. – Recipiente dove si tiene lo zucchero, spec. quando si porta in tavola: per addolcire il suo caffè ha quasi vuotato la z.; z. di porcellana, d’argento, di peltro.
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