PELADAN, Joseph, detto Joséphin
Scrittore francese, nato a Lione il 28 marzo 1859, morto a Neuilly-sur-Seine il 27 giugno 1918. Suo padre, Adrien, era un cattolico e legittimista ardente, autore di una trentina di volumi, poetici, storici e filosofici; il fratello maggiore, morto in giovane età nel 1885, era uno studioso appassionato di metafisica e di scienze occulte. Cresciuto a tale scuola, e affascinato dall'opera di Wagner, P. si foggiò una vita d'eccezione, intendendo ad essere un puro cavaliere dello spirito, un Lohengrin, un Parsifal, in assoluto contrasto col suo tempo irreligioso e materialista, infetto dal "vice suprême" che è la "corruption de l'Idée". La penna fu dunque per lui un'arma di combattimento contro il secolo, e specialmente contro i degeneri Latini, dei quali vedeva prossima la rovina: finis Latinorum.
I diciannove romanzi che formano il ciclo della Décadence latine sono pieni di digressioni estetiche e morali, sparsi d'invettive e di profezie, che bene caratterizzano l'epoca, se non anche lo scrittore; al quale mancarono una fantasia originale e uno stile personale adeguati alle altissime intenzioni. Questo giudizio va esteso alle tragedie, spettacolose e verbose, ma prive di vera potenza tragica. Il meglio dell'opera di P. è forse nei saggi di estetica, dove s'incontrano pagine di calda e animosa eloquenza. È da aggiungere che lo scrittore non avrebbe sollevato lo scalpore da cui fu circondato, se non avesse assunto atteggiamenti da gran sacerdote, da mago, da mistico re (sār, in lingua caldea), fondando a Parigi, dove passò quasi tutta la sua vita, l'ordine religioso estetico della Rosa-Croce. Il suo motto Ad Rosam per Crucem, ad Crucem per Rosam voleva significare che l'arte deve riacquistare il senso dell'ideale, e la Chiesa il senso della bellezza: altrimenti la civiltà occidentale è condannata a perire.
Opere: Tra i romanzi de La décadence latine, citiamo: Le vice suprême (1884); Curieuse (1885); Istar (1888); Androgyne (1891); Gynandre (1892); Finis Latinorum (1899); Pereat! (1902). Fra le tragedie: Le fils des étoiles (1895); Prométhée (1897); Ødipe et le Sphinx (1903); Sémiramis (1904).
Fra i saggi: Comment on devient mage (1891); e le raccolte: Amphithéatre des sciences morales, La Décadence esthétique, Les Idées et les formes.
Bibl.: E. Ragazzoni, Sar P., in Emporium, 1899; H. de Régnier, Le Sar P., in Nouvelle littéraires, 16 dicembre 1933.