PEKÁR Gyula
Scrittore ungherese nato l'8 novembre 1867 a Debrecen e morto il 19 agosto 1937 a Budapest. Seguì le scuole nella sua città natale a Budapest e in America; studiò diritto a Vienna e Budapest; compì la propria educazione con un lungo viaggio nella Francia e in Italia. Nel 1907 pubblicò alcuni studî di storia dell'arte col titolo "Ferrara, Ravenna, Firenze" e anche più tardi si sentì sempre attratto dallo spirito di Roma e dall'arte del Rinascimento. Diventato presto uno dei pubblicisti ungheresi più influenti, dal 1901 fu deputato nel parlamento e combatté nel 1918 vigorosamente contro il comunismo. Nel primo ministero nazionale gli fu affidato il portafoglio dell'Educazione nazionale. Come presidente della Commissione estera del parlamento e vicepresidente della società Mattia Corvino fu uno dei più fervidi promotori dell'intesa politica e culturale tra l'Italia e l'Ungheria.
P. è autore di una ricca serie di romanzi, drammi, novelle, nei quali si riflette la vita di quella stessa piccola nobiltà ungherese che regna anche nei romanzi di F. Herczeg e C. Csathó. Tra i suoi drammi storici primeggia Mátyás es Beatrix (Mattia e Beatrice, 1904) che ritrae felicemente il Rinascimento italiano in Ungheria. Tra i suoi romanzi, furono tradotti in italiano La dama del giglio (Bologna 1928) e Il pellegrino dalla fronte d'argento (Milano 1929); in quest'ultimo, come anche nell'Attila (1935) il P. esprime il fascino di Roma attraverso i secoli.