PEITHO (Πειϑώ)
Divinità degli antichi Greci, che la onoravano come dea della persuasione. Ignota, come tale, ai poemi omerici, compare già in Esiodo (Teogonia, 349), che la dice figlia di Oceano e di Teti; in leggende posteriori è fatta sposa del re Argo, fondatore mitico della città omonima. Fino dalla mitologia più antica, P. è riguardata come una divinità minore della cerchia di Afrodite, del pari, per esempio, che le Cariti; poiché essa prepara e accompagna, negli animi degli uomini, l'opera della maggiore divinità dell'amore. Nel culto, si ritrova ordinariamente riunita ad Afrodite; un tempio antichissimo dedicato alle due dee, sorgeva sul declivio dell'Acropoli di Atene, e al tempo di Demostene si sacrificava ancora a lei come a una delle divinità protettrici della città. Nelle cerimonie nuziali, gli sposi la invocavano unitamente a Zeus, Era, Afrodite e Artemide.
Nelle pitture dei vasi, P. compare fino dal principio del secolo V, quasi sempre in unione con Afrodite: nei vasi dello stile severo, la subordinazione di P. ad Afrodite è assai meno appariscente che non nelle pitture di età più tarda, nelle quali P. è raffigurata come ancella di Afrodite, spesso nell'atto di accomodarle addosso le vesti e gli ornamenti.
Bibl.: O. Jahn, Peitho, die Göttin der Überredung, Greifswald 1846; L. Preller e C. Robert, Griech. Mythologie, 4ª ed., Berlino 1894, I, p. 508; E. Pottier, La Peitho du Parthenon et ses origines, in Bull. de Correspond. Hell., XXI (1897), p. 497 segg.; P. Weizsäcker, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, III, col. 1795 segg.; E. Pottier, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, VII, p. 369 segg.