peggiocrazia
s. f. (spreg.) Il governo dei peggiori.
• La colpa è di tutti noi. Se l’Italia non cresce, se è a rischio di default, è perché la guida, tanto politica che economica, di questo Paese, salvo qualche eccezione, è in mano ai peggiori. Non i mediocri, ma i peggiori. Il nostro Paese si è trasformato in una peggiocrazia o (per usare il termine greco) in una kakistocrazia, il governo dei kakistoi, i pessimi. (Luigi Zingales, Sole 24 Ore, 1° novembre 2011, p. 16, Commenti e inchieste) • negli ultimi decenni, i partiti hanno svolto sempre peggio il proprio compito, mostrando tutta la propria inadeguatezza, in particolare proprio nella selezione del ceto politico, producendo un abbassamento terribile del livello (professionale, intellettuale e morale) della classe politica: quella che è stata chiamata la «peggiocrazia». (Stefano Allievi, Messaggero Veneto, 2 luglio 2013, p. 4, Attualità) • La Regione Lazio si è addirittura superata nella corsa ad aggirare l’ostacolo della spending review: anziché tagliare, lì il personale è cresciuto di oltre il 23% tra il 2011 e il 2013. Come è possibile? Semplice: attraverso la fitta e opaca rete delle società controllate, per la maggior parte enti inutili. Inutili per la collettività ma utilissimi, anzi strategici, per la politica avvezza a coltivare relazioni borderline e la «peggiocrazia», malattia adulta della burocrazia. (Pompeo Locatelli, Giornale, 7 luglio 2015, p. 18, Economia).
- Composto dal s. m. inv. peggio con l’aggiunta del confisso -crazia.
- Già attestato nella Stampa del 21 luglio 1977, p. 2 (Giovanni Arpino).