MEXÍA, Pedro
Erudito spagnolo, nato intorno al 1499 a Siviglia, dove morì nel 1551. Nella città natale ricoprì parecchie cariche pubbliche, fino a diventare cronista di Carlo V, alla morte del suo predecessore A. de Guevara (1545). Il M. è tipico rappresentante dell'enciclopedismo scientifico del Rinascimento, dove si perpetuava, nonostante i nuovi acquisti, una mentalità tradizionale, ancora scolastica ed espositiva.
Raccolse una serie di articoli di svariata erudizione (storia, mitologia, costumanze, ecc.) nella Silva de varia lección (1542), sul modello delle Notti Attiche di Aulo Gellio, e attingendo a Plinio, Macrobio, Valerio Massimo, ecc. Della sua attività di cronista ci restano la Historia imperial y cesárea (1544), che va da Roma a Massimiliano I d'Austria, e la Historia del emperador Carlos V, che arriva all'incoronazione a Bologna. Ma l'opera sua migliore è costituita dai Dialogos o Coloquios (Siviglia 1547; 2ª ediz., 1551), d'ispirazione lucianesca, ma di contenuto vario (astronomia, medicina, morale, ecc.) con una vivace e personale animazione stilistica.
Ediz.: Estratti dell'Historia de Carlos, in Bibl. aut. esp., XXI; i Dialogos, a cura di M. Mulroney, Iowa 1930.
Bibl.: M. Menéndez y Pelayo, in Orígenes de la novela, II, Madrid 1905, pp. xxxiv-xxxvii; R. Costen, P. M., in Bull. hisp., XLV (1919-1920); l'introduz. di M. Mulroney nell'ediz. cit. (1930); J. A. Van Praag, in Revista de fil. esp., XIX (1932), pp. 288-292.