QUIRÓS, Pedro Fernandes de
Navigatore portoghese, nato nel territorio di Evoral, circa il 1565. Passò gli anni più importanti della sua vita al servizio della Spagna. Servì infatti come piloto mayor nella spedizione che, movendo dal Perù, condotta da Alvaro de Mendaña, s'accingeva a ritornare alle isole Salomone, già dal Mendaña stesso scoperte nel 1567, per tentarne la colonizzazione. La nuova spedizione, mossa dal Callao nel 1595, scopre dapprima le isole Marchesi (così denominate in onore del marchese Hurtado de Mendoza, viceré del Perù), indi tocca Pukapuka (Danger Islands) e finalmente raggiunge a ponente le isole cui dà il nome di Santa Cruz; di qui però, per incertezza della rotta, il Q. passa oltre le isole Salomone senza rintracciarle, così che la spedizione, toccate le Filippine, rivolge la prua, senz'altro tentare, verso la terra americana che raggiunge nel porto messicano di Acapulco. Per riparare all'infelice riuscita di questo viaggio, il Q., che si dimostrava zelantissimo della diffusione del cattolicismo e annetteva grande importanza alla scoperta dell'ipotetico continente australe cercò ogni appoggio anche presso il pontefice Clemente VIII; gli riuscì finalmente di ottenere da Filippo III di Spagna il comando di un'altra spedizione, che con due navi (la minore guidata da Luis Vaez de Torres) salpò dal Callao il 21 dicembre 1605 diretta alle isole Santa Cruz, dove doveva iniziarsi una colonia e farsi ricerca del continente australe, supposto ivi situato. Veleggiarono a ponente col favore dell'aliseo lungo il parallelo 26° australe passando tra le disabitate Isole Basse (Paumotu) e approdando poi a qualche isola abitata più a O. e a N. (forse anche Tahiti). La navigazione ripresa poi direttamente a ponente raggiunse infine nell'isola Taumako le terre cercate, e poco più a S. il 1 maggio 1606 una alquanto più grande che fu chiamata Espiritu Santo (fra quelle che oggi si denominano le Nuove Ebridi). Qui il Q., sempre infervorato nei suoi progetti, gettò le fondamenta d'una colonia denominata la Nuova Gerusalemme; ma contro lo stabilimento dei coloni congiurarono i contrarî umori degli equipaggi e il tempo fattosi sfavorevole, onde fu necessario scioglier le vele dal troppo esposto approdo, finché, giunto all'altezza delle Marianne, il Quiros deliberò di rivolgersi a levante riconducendo la sua nave ad Acapulco (23 novembre), mentre il Torres, atteso invano il ritorno di lui, da Espiritu Santo continuava l'esplorazione verso ponente costeggiando la Nuova Guinea fino allo stretto che oggi porta appunto il nome di Torres.
Sulla condotta del Q. sono varî i giudizî. Una lettera di uno dei suoi compagni, non confermata però da altre testimomanze, fa ritenere ch'egli fosse ritornato in America quasi prigioniero della ciurma ribellata. Certo egli anche questa volta, come dopo la spedizione del 1595, si dimostrò risoluto a lottare contro la sorte avversa, e disegnò un altro tentativo che lo riconducesse all'isola lontana, da lui scoperta e dipinta, con troppo fantastici colori, come una terra di eccezionale feracia, la gran Terra Australe, vasta più dell'Europa; ma la morte lo colse nel 1615 a Panamá. L'infelice esito della spedizione dissuadeva d'altronde il governo spagnolo da ogni altro tentativo di espansione nel Pacifico, della cui esplorazione si assumevano ormai il compito le navi olandesi e inglesi.
Fonte alla conoscenza dei viaggi del Q. sono le sue relazioni e i suoi memoriali, nonchè gli scritti di taluni suoi compagni.