GASCA, Pedro de la
Prelato spagnolo e uomo di stato, nato a Barco de Avila nel 1485, morto a Valladolid nel novembre del 1567. Ecclesiastico, disimpegnò anche varî incarichi pubblici, dimostrando in tutti abilità, fermezza e onestà; perciò fu incaricato nonostante che avesse più di 60 anni, di soffocare l'insurrezione di Gonzalo Pizarro nel Perù. Carlo V volle conferirgli titoli ed onorificenze, per rivestire la sua autorità di un alto prestigio; ma egli accettò solamente la carica di presidente della reale udienza di Lima, e per unico compenso il mantenimento della sua famiglia durante la sua assenza; chiese invece, e ciò gli fu accordato, poteri illimitati. Il 26 maggio 1346 salpò dal porto di Sanlucar de Barrameda; arrivato al porto di Nombre de Dios, si presentò da solo a Fernando Pizarro, che comandava in quel luogo, e riuscì a cattivarselo; passò poi a Panama, dove seppe pure cattivarsi l'amicizia di Pedro de Hinojosa, comandante della squadra del Pizarro e ordinò che la squadra passasse lungo le coste del Perù e diffondesse la notizia che l'incaricato del re revocava le ordinanze, che avevano originato la ribellione, e concedeva l'amnistia generale a tutti i compromessi. Grazie a ciò ebbe presto ai suoi ordini un regolare esercito. Ma Pizarro, che aveva inflitto una sconfitta a Diego Centeno, a Huarinas, il 20 ottobre 1547, inebriato dalla vittoria, non volle accettare accordi. Il G. sbarcò quindi a Túmbez il 13 giugno e, dopo aver stabilito il suo quartiere a Jauja il 29 dicembre, si mise in marcia verso il Cuzco, ricevendo durante il cammino gli importanti rinforzi di Sebastián de Belalcázar e Pedro de Valdivia. Il 20 marzo 1548 quest'ultimo uscì da Andagailas e giunse presso Cuzco. Pizarro lo aspettava nella vallata di Jaquíjagnana: l'8 aprile i due eserciti si trovarono di fronte e la mattina seguente, quando stava per cominciare il combattimento, una parte dei soldati del Pizarro passò dalla parte dell'esercito del G. e Pizarro allora, si presentò al nemico e gli consegnò la spada; il giorno seguente fu decapitato.
Nella pacificazione che seguì, il G. ristabilì l'udienza di Lima, riorganizzò l'amministrazione civile, abolì nella città la carica di tenente del governatore con attribuzioni militari e istituì al suo posto la carica di corregidor (governatore); favorì l'incremento economico, soprattutto l'industria delle miniere. Insomma il suo governo, durato poco più di due anni, gli meritò il titolo di padre, restauratore e pacificatore. Nel gennaio 1550 egli ritornò in Spagna, passando poi in Fiandra per informare Carlo V del risultato della sua missione. Ricevette in premio prima il vescovado di Palencia e dopo quello di Sigüenza.
Bibl.: Docum. relat. al licenciado Pedro G., in Colección de docum. inéditos para la hist. de España, XLIX e L (e anche XXVI, pp. 177-83, 274-283); La Gasca, Some unpublished letters relating to the conquest of Peru, ed. da Marshall H. Laville, Worcester (S. U.), 1918. Cfr. J. C. Cavete de Estrella, Rebelión de Pizarro en el Perú y vida de S. P. G., voll. 2, Madrid 1889.