pecunia
Genericamente per " denaro " in tre luoghi del Convivio, sempre in passi in cui D. traduce dal latino: IV XI 12 Nostro Segnore inique le [ricchezze] chiamò, quando disse: " Fatevi amici de la pecunia de la iniquitade "; XIII 14 Onde Boezio... dice: " Allora è buona la pecunia, quando, transmutata ne li altri per uso di larghezza, più non si possiede "; al plurale in XII 6 dice Tullio... " Io... né le pecunie di costoro, né le magioni magnifiche, né le ricchezze... tra cose buone o desiderabili esser dissi... ".