ŠAFAŘÍK, Pavel Josef
Scrittore cèco, nato a Kobeliarovo in Slovacchia il 13 maggio 1795, morto a Praga il 26 giugno 1861. Figlio di un pastore protestante, frequentò il liceo di Kežmarok e a 19 anni pubblicò una raccolta di poesie, Tatranska můza s lirou Slovanskou (La Musa dei Tatra con la lira slava), ove è forte l'influsso del Klopstock e di altri poeti tedeschi. A Jena, dove si recò nel 1815 per frequentare durante tre semestri quell'università, continuò anche la sua attività letteraria; ma si dedicò subito con fervore agli studî filosofici (il professore Fries, discendente per parte materna dai Fratelli moravi, ebbe su lui una forte influenza), storici e teologici, iniziando così, giovanissimo, la sua carriera di studioso che fece di lui presto uno dei fondatori degli studî slavistici. Fu anche l'atmosfera romantica di Jena a svegliare in lui, come già nel suo conterraneo J. Kollár, la coscienza nazionale e la concezione panslavistica cui rimase fedele per tutta la vita.
Da Jena ritornò in patria e trascorse due anni a Presburgo interessandosi sempre più intensamente dei canti popolari. Nel 1819 accettò il posto di direttore (più tardi solo professore) del nuovo ginnasio serbo di Novi Sad e vi rimase fino al 1833. Pur vivendo in condizioni estremamente sfavorevoli a ogni attività scientifica e culturale, non solo non desistette dai suoi studî, ma, allacciando rapporti con numerosi studiosi del mondo slavo - e soprattutto con i polacchi B. S. Linde, W. Maciejowski ed altri - approfondì ed estese le sue conoscenze, sicché già nel 1826 poté pubblicare la sua prima opera originale Geschichte der slavischen Sprache und Literatur nach allen Mundarten che, ispirata dal Herder, e scritta con ardore apologetico, fu accolta con entusiasmo da tutti gli slavi. A Novi Sad continuò a occuparsi della letteratura slavo-meridionale (la fondamentale Geschichte der südslawischen Literatur uscì però postuma, 1864-1865, a cura di J. Jireček) e dell'origine degli Slavi (Über die Abkunft der Slaven nach L. Surowiecki, 1828), ma solo dopo il suo trasferimento a Praga poté condurre a termine il suo capolavoro, Slovanské starožiinosti (1836-37), dove la storia degli slavi è studiata sotto tutti gli aspetti, dai tempi di Erodoto sino alla fine del sec. X. Ricca documentazione e forte intuito critico (accanto a inevitabili lacune e ingenuità) caratterizzano quest'opera che è stata, ed è in parte tuttora il punto di partenza di tutti gli ulteriori studî sulle antichità slave. Il S. continuò a lavorare anche negli anni seguenti, ma dopo le Slovansk starožitnosti gli venne a mancare la forza per opere sintetiche. I numerosi studî pubblicati a partire dal 1840 sono in buona parte frutto di raccolte diligenti (per es., Die ältesten Denkmäler der böhmischen Sprache 1840). valore più originale hanno i suoi studî sulla scrittura e letteratura glagolitica e specialmente il suo ultimo saggio Über den Ursprung und die Heimat des Glagolitismus (1858), ove è dimostrata per la prima volta la priorità dell'alfabeto glagolitico su quello cirillico.
Bibl.: J. Vlček, P. J. Š., Praga 1896; M. Murko, Deutsche Einflüsse auf die Anfänge der böhmischen Romantik, Graz 1897; Literatura česká XIX st. (Lett. cèca del sec. XIX), a cura di J. Vlček, L. Niederle e M. Weingart.