PAUSIA (Παυσίας, Pausias)
Pittore greco di Sicione, figlio e discepolo di Bryes, poi allievo di Panfilo, fiorito nella prima metà del sec. IV a. C. Era celebre soprattutto come pittore di quei putti e ghirlande che divennero, nel successivo periodo ellenistico, elemento essenziale della decorazione pittorica delle pareti e delle vòlte. Lo stesso P. dipinse, per primo, soffitti e probabilmente anche quelli della thólos di Epidauro. Altre opere di P. ricordate dalle fonti scritte sono: 1. Eros liricine; 2. Methe (l'Ebbrezza) in atto di bere in una coppa di vetro, attraverso la quale si vedeva, per trasparenza, il viso. Ambedue queste pitture furono vedute da Pausania nella thólos di Epidauro; 3. Lo Hemeresios: figura di putto eseguita in un solo giorno; 4. La Stephaneplokos, ossia il ritratto dell'amante Glicera, assisa, con una corona di fiori. Una copia di questo quadro fu pagata ad Atene due talenti da L. Lucullo; 5. Sacrifizio di buoi, grandiosa composizione, capolavoro di scorcio e di modellato. Su quest'opera abbondano i particolari della tradizione letteraria: per la prima volta un bue era raffigurato di prospetto, ma in modo che si vedevano perfettamente le sue dimensioni; inoltre, mentre gli altri pittori adoperavano il bianco per rendere il modellato per effetto di contrasto, P. fece in nero tutta la figura e, nella stessa ombra, seppe trovare un'altra ombra. Si trattava, dunque, di un'innovazione tecnica e d'una originale soluzione di un vecchio problema di disegno.
Seguendo l'insegnamento di Panfilo, P. perfezionò la tecnica dell'encausto; per opera sua nella scuola sicionia divennero caratteri dominanti il perfezionamento dei procedimenti tecnici, e l'adozione di regole e metodi determinati per ogni soggetto. È probabile che all'influsso di queste pitture, acquistate da Tolomeo III, fosse dovuta quella Aegyptiorum compendiaria ars (stile illusionistico?) alla quale Petronio attribuiva la decadenza della pittura. P. dipinse anche quadri pornografici.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, Lipsia 1868, pp. 1760-65; H. Brunn, Griech. Künstlergesch., 2ª ed., Stoccarda 1889, par. 144 segg.; E. Pfuhl, Maler. u. Zeich. d. Griechen, II, Monaco 1923, p. 731 segg.; F. v. Lorentz, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, pp. 317-18; Recueil Milliet, I, p. 256 segg.