PAINLEVÉ, Paul-Prudent
Scienziato e uomo politico francese, nato a Parigi il 5 dicembre 1863, morto ivi il 29 ottobre 1933. Nel 1883 entrò all'École normale supérieure; dottore in scienze matematiche e professore di meccanica razionale all'università di Lilla nel 1887; maître de conférences alla Sorbona nel 1895; professore di matematica generale all'École polytechnique dal 1905. Continui i premî e i riconoscimenti di accademie francesi e straniere: dal 1900 membro dell'Académie des sciences.
Rimasto estraneo per moltissimo tempo alla politica militante, entrò in parlamento nel 1910. Cominciò allora a occuparsi di problemi militari e navali, riuscendo a crearsi una competenza solida e sicura. Ministro per la prima volta in un gabinetto Briand (29 ottobre 1915), tenne il portafoglio dell'istruzione pubblica e l'incarico particolare di occuparsi delle invenzioni che potevano interessare la difesa nazionale. Rimasto fuori del nuovo ministero Briand del 12 dicembre 1916, ebbe nel gabinetto Ribot del marzo 1917 il Ministero della guerra. Le doti solide dell'uomo e la fiducia popolare nella sua azione (fu suo merito la sostituzione del Pétain al Nivelle dopo la disgraziata offensiva dello Chemin-des-dames) gli assicurarono la presidenza del consiglio dopo le dimissioni del Ribot. Ministero di due mesi (13 settembre-13 novembre 1917): le difficoltà dell'ora chiedevano più dura energia. Superata una prima crisi nell'ottobre, dovette cedere successivamente il posto a G. Clémenceau. Rimasto in disparte per alcuni anni e lontano dalla Francia durante una missione in Cina (1920-21), collaborò con Herriot alla formazione del cosiddetto cartello delle sinistre (maggio 1924). Presidente della camera durante il ministero Herriot, fu invano candidato alla successione di Millerand alla presidenza della repubblica (giugno 1924). Un anno dopo (17 aprile 1925) successe nella presidenza del consiglio all'Herriot, tenendo anche il portafoglio della guerra. I provvedimenti finanziarî del Caillaux gli suscitarono contro una violenta opposizione. Dimessosi il 27 ottobre, tornò al potere il 29 senza il Caillaux, ma dovette andarsene di nuovo il 22 novembre. La vita del suo ministero fu dominata dai problemi economici; ma il P. seppe affrontare e portare a soluzione, o almeno avvicinarsi ad essa, altri problemi: quello del preoccupante autonomismo alsaziano-lorenese, gli affari marocchini e di Siria, la questione dei debiti interalleati (missione Caillaux in America, agosto-settembre 1925), gli accordi di Locarno. Entrò successivamente come ministro della guerra nel gabinetto Briand, che gli successe (marzo 1926), e mantenne l'ufficio anche nei due ministeri Poincaré (luglio 1926; novembre 1928). Cinque anni di permanenza allo stesso ministero gli consentirono un'ampia e duratura opera di riforma: lo statuto militare della Francia può ben portare il suo nome. Fu poi ministro dell'aria nel brevissimo gabinetto Steeg (dicembre 1930-gennaio 1931) e in quelli Herriot e Paul-Boncour (gennaio 1932-gennaio 1933).
Nel campo della matematica il P., tra la fine del secolo scorso e gli inizî del nuovo, ha lasciato orme profonde. A quella corrente d'indagini sulle singolarità degl'integrali delle equazioni differenziali ordinarie, che in Francia aveva avuto cultori eminenti, da C. Briot e J.-C. Bouquet a H. Poincaré ed E. Picard, e che sembrava ormai languire di fronte a difficoltà pressoché insormontabili, egli aperse inaspettatamente nuove vie, arricchendola di contributi originali di idee, di metodi, di risultati. Celebri sono le sue ricerche sulle equazioni differenziali algebriche a punti critici fissi, fra le quali riuscì a classificare completamente quelle del 2° ordine. Come integrali di queste equazioni, egli introdusse nell'analisi nuovi tipi di trascendenti, cui resta legato il suo nome; e sono importanti i risultati che, a sussidio delle sue indagini, stabilì nella teoria delle trasformazioni razionali di curve e superficie algebriche e delle trasformazioni biuniformi di queste ultime, che in quel medesimo periodo di tempo trovava i suoi più larghi e sistematici sviluppi nell'opera della scuola geometrica italiana (G. Castelnuovo, F. Enriques, F. Severi).
Accanto a queste ricerche, che costituiscono il maggior titolo di gloria del P., vanno ricordati i suoi studî di meccanica analitica e celeste, specialmente sulla trasformazione delle equazioni della dinamica e sui casi in cui queste equazioni ammettono integrali primi razionali o algebrici rispetto alle velocità. In particolare il P., estendendo un celebre teorema del Poincaré, dimostrò che il problema degli n corpi (v. tre corpi, problema dei) non può immettere, oltre agl'integrali classici, alcun integrale primo uniforme rispetto alle velocità. Infine meritano un cenno le ricerche critiche del P. sulla teoria dell'attrito.
Opere principali. - Leåons sur l'intégration des equations différentielles de la mécanique et applications, Parigi 1895; Leåons sur le frottement, ivi 1895; Leåons sur la théorie analytique des équations différentielles, professées a Stockholm, ivi 1897; Mécanique de l'aviation, ivi 1909-10; Cours de mécanique (in collab. con C. Platrier), I, ivi 1930; De la science à la défense nationale, ivi 1931.