Morrissey, Paul
Regista e sceneggiatore statunitense, nato a New York il 23 febbraio 1938. Filmmaker indipendente, manager del gruppo musicale dei Velvet Underground, M. è emerso nel panorama sperimentale americano dei primi anni Sessanta, all'interno del quale è riuscito a dare un'impronta espressiva, dal punto di vista cinematografico, alla factory fondata dall'artista Andy Warhol, mediando tra lo stile della pop art e uno sguardo documentaristico puntato sul tessuto urbano giovanile ed emarginato.
Dopo aver studiato letteratura alla Fordham University, nei primi anni Sessanta M. entrò nell'esercito dove rimase per un breve periodo. Lavorò quindi come assicuratore e come assistente sociale, mentre girava i suoi primi cortometraggi. Il suo cammino artistico ebbe una svolta nel 1965, quando Warhol gli chiese di contribuire creativamente alla sua nascente attività cinematografica. L'anno successivo i due siglarono un contratto che avrebbe portato M. a curare fino al 1973, anche dal punto di vista manageriale, tutte le attività del gruppo a eccezione della vendita delle opere d'arte. Sua fu l'idea di utilizzare il nome di Warhol per lanciare una serie di iniziative volte a rafforzare il prestigio della factory, tra le quali la più celebre fu senza dubbio il lancio del gruppo rock Velvet Underground. Dopo i primi esperimenti firmati insieme a Warhol, M. impose la sua 'firma' con la significativa trilogia Flesh (1968), Trash (1970; Trash ‒ I rifiuti di New York) e Heat (1971; Calore), focalizzata su storie di solitudine, prostituzione (in particolar modo omosessuale) e tossicodipendenza, che il regista racconta con un'esposizione morbosa del corpo maschile, in cui la denuncia sociale non nasconde l'attrazione per le figure ritratte. Protagonista di queste tre opere è Joe Dallesandro, ex modello di riviste per soli uomini, icona della mercificazione e della bellezza, immagine maledetta dotata di volto angelico, continuamente esibita in inquadrature e gestualità che precorrono una certa pornografia d'autore. Al fianco del protagonista Udo Kier, Dallesandro interpretò anche i due film successivi di M., coprodotti da Carlo Ponti e girati in Italia nel 1973: Il mostro è in tavola, barone... Frankenstein, noto anche come Flesh for Frankenstein, e Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!, noto anche come Blood for Dracula, entrambi usciti nel 1974. Essi attingevano al filone horror-erotico in voga in quel periodo, aggiungendovi sia una raffinatezza estetica decadente (con citazioni dalla pittura del passato), sia una dimensione politica di impronta godardiana (il tema non banale della ricerca della bellezza perfetta e della vita eterna). Ciò nonostante vennero distribuiti come b-movies e non suscitarono l'interesse della critica, che soltanto vent'anni più tardi vi avrebbe riconosciuto un'originale anticipazione di alcune forme del trash.Negli anni Ottanta, le scelte del regista hanno continuato a oscillare tra il genere storico (Le neveu de Beethoven, 1985, Il nipote di Beethoven), il fantastico e le crude rappresentazioni dell'emarginazione urbana (Spike of Bensonhurst, 1988, noto anche come Mafia kid), con uno stile affievolito, incapace di adattarsi a istanze di produzione diverse da quelle promosse da Warhol.
Il gergo inquieto ‒ Cinema off e videoarte a New York, a cura di E. de Miro, Genova 1981; M. Yacowar, The films of Paul Morrissey, Cambridge 1993.