Pittore svizzero (Münchenbuchsee, Berna, 1879 - Locarno 1940). Tra i maggiori artisti della prima metà del 20° sec., nel 1911 conobbe A. Macke, F. Marc e V.V. Kandinskij ed entrò in contatto con il gruppo Blaue Reiter. Nel 1912 frequentò a Parigi P. Picasso, G. Apollinaire, R. e S. Delaunay, che influenzarono la sua attività successiva. I suoi inizi di disegnatore e incisore e una ferrea disciplina lo condussero ad approfondire le possibilità espressive della linea intesa come "elemento figurativo indipendente" e pur capace di seguire la sua "improvvisazione psichica", realizzando quel caratteristico "gusto per il bizzarro" nato dall'esigenza di spingere al limite di rottura il dato naturalistico per riscoprirne i nessi e i rapporti più intimi. Le analogie notate nell'opera di K. con il disegno infantile o primitivo non sono che il risultato di questa penetrazione acuta nelle cose; l'arte è "non rendere il visibile, ma rendere visibile". Le varie tecniche (disegno, incisione, pittura e incisione su vetro, ecc.) sono indice dell'intensa ricerca che mosse K. a sempre nuove esperienze espressive. Una parte significativa delle sua produzione è conservata al Zentrum Paul Klee di Berna (2005, progetto di R. Piano).
Figlio di un insegnante di musica, appassionato di musica egli stesso e abile nel suonare il violino, decise di dedicarsi alla pittura dopo gli studî liceali compiuti a Berna. Studiò a Monaco alla scuola di pittura di H. Knirr e poi all'accademia con F. von Stuck. Nel 1901-02 fece il suo primo viaggio in Italia, nel 1905 fu brevemente a Parigi. Dopo il 1908 scoprì intensamente i valori della pittura di Cézanne, van Gogh, Ensor. Nel 1911 conobbe Macke, Marc e Kandinskij e un anno dopo partecipò alla seconda esposizione del Blaue Reiter. Nello stesso anno (1912) conobbe a Parigi Picasso, Apollinaire, Delaunay, le cui teorie (Sur la lumière fu tradotto da K. in tedesco e pubblicato nel 1913 su Der Sturm) influenzarono sensibilmente la sua attività successiva. Nel 1914 fu tra i fondatori della Nuova Secessione di Monaco e fece un viaggio in Tunisia con A. Macke e L. Moillet, viaggio molto importante che segnò una svolta nella sua produzione artistica: la conquista del colore. Cominciò a dipingere soprattutto acquerelli e dal 1918 quadri a olio; le sue opere precedenti consistono infatti in disegni e incisioni. Tutte queste esperienze sono intensamente registrate nei suoi Diari (1898-1918), la cui lettura rende più chiara la comprensione dei suoi quadri e le esigenze da cui sono nati. Nel 1918 Der Sturm gli dedicò una monografia, che segnò l'inizio della sua fama anche all'estero. Dal 1921 insegnò al Bauhaus (a Weimar e poi a Dessau) e in questo periodo le sue ricerche si concentrarono sulla teoria della forma e della figurazione. Lezioni, note e saggi sull'argomento sono stati tradotti in italiano (Teoria della forma e della figurazione, 1959). Cominciarono anche le mostre all'estero (1924 a New York, 1926 a Parigi, 1930 a New York). Dal 1931 insegnò all'accademia di Düsseldorf e nel 1934 si stabilì a Berna, essendo divenuta impossibile l'atmosfera che si era creata in Germania. Nel 1937 le sue opere furono condannate ufficialmente dal regime nazista.
La cultura figurativa di K. è molto ricca e complessa: si fondono in essa elementi di gusto primitivistico ed espressionistico, l'arabesco di Matisse e le scomposizioni formali del cubismo. Le sue prime opere (Giovinetta su un albero, 1903; Testa minacciosa, 1905) sono di gusto simbolistico decorativo; successivamente (illustrazioni per il Candide di Voltaire, 1911-12) piene di ironia. Il suo interesse va alternativamente dal segno (Macchina per cinguettare, 1922; Flora noctis, 1940) al colore (Crepuscolo tropicale, 1921; In fiore, 1934), fino all'equilibrio perfetto dei due mezzi in una sintesi ritmica musicale (Notte blu, 1937; Segni in giallo, 1937). La libertà fantastica dell'artista arriva a una sorta di automatismo pittorico parallelo al surrealismo (Pasto variato, 1928), a una espressione carica di emotività romantica, dove si mescolano insieme umorismo ed estasi infantile, che è fra le più originali, anche se ha avuto poco seguito, dell'arte moderna europea.