SPAAK, Paul-Henri (App. I, p. 1010)
Caduto il gabinetto Janson (13 maggio 1938), a Spaak, leader del partito parlamentarmente più forte, toccò la direzione del nuovo governo belga, il quale durò fino al 9 febbraio 1939; fedele al neutralismo del re, Spaak, che fino al 21 gennaio conserva pure il dicastero degli Esteri, liquida ogni pendenza dell'affare di Spagna. Passato all'opposizione nel nuovo parlamento dell'aprile 1939, accetta il 3 settembre di collaborare con H. Pierlot, nel cui gabinetto assume gli Esteri sulla base dell'unione nazionale. Contrario ormai alla politica rigorosamente neutralista, prima avallata, Spaak è il 24 maggio 1940 insieme al Pierlot ostile alla capitolazione e dal 24 ottobre ripiglia il suo posto nel governo in esilio, a Londra. Ministro degli Esteri dopo la liberazione del Belgio, nelle formazioni Pierlot e Van Acker, l'equilibrio e la democraticità della sua posizione fanno di lui un simbolo internazionale, e il 10 gennaio 1946 è eletto presidente della prima assemblea delle N. U.
Con un notevole intervento in Senato nel novembre 1945 fissò la propria posizione antileopoldina e, una volta assunta il 19 marzo 1947 la presidenza del Consiglio e insieme il portafoglio degli Esteri (un effimero gabinetto Spaak si era avuto nel marzo del 1946), ha cercato di risolvere la grave crisi con tatto, ma con fermezza, sulla base dell'abdicazione di Leopoldo, la cui resistenza tuttavia ha reso fino ad oggi vano ogni suo sforzo. Diede le dimissioni il 5 maggio 1948, dopoché, il giorno innanzi, il gruppo parlamentare socialista aveva respinto il compromesso governativo con il partito cattolico sui sussidî alle scuole confessionali. Ma composto il dissidio, il 14 maggio ritirò le dimissioni. Nuovamente dimissionario il 19 novembre 1948, il 26 costituì un nuovo gabinetto che mantenne la stessa fisionomia del precedente.