GÉRALDY, Paul
Scrittore francese, nato a Parigi l'8 marzo 1885. È stato considerato un interprete graziosamente lirico di certa civiltà piccolo-borghese dell'ultimo anteguerra, poi sbalestrato e attonito nella tumultuosa atmosfera del primo dopoguerra: cantore dell'edonismo d'una piccola vita quotidiana, delle sue meste dolcezze, dei suoi amori spiccioli.
A un suo primo libro di versi in metri tradizionali: Les petites âmes 1908), seguì quello in cui trovò, con ritmi più liberamente e prosaicamente vicini al parlar comune, l'espressione di un'innata lirica d'amore, gradita al medio pubblico di Francia e anche all'estero, Toi et moi (1913): questo incontrò uno dei successi materialmente più vasti che si ricordi per un libro di poesie, superando in poco tempo le centomila copie. La guerre, madame (1916) è un racconto che narra l'intima tragedia delle anime impreparate al grande urto del sopravvenuto conflitto europeo. Al teatro, dopo alcuni atti unici (Le Biniou, Le spectateur, La Comédie des familles), il G. diede Noces d'argent (1917), La Princesse (1920, con Laveline), Aimer (1921), Les grands garçons (1922), Si je voulais 1924, con R. Spitzer), Robert et Marianne (1925), Son mari (1927), L'homme de Joie (1929). Opere di valore assai vario; ma fra cui si sono pregiate specialmente Noces d'argent, mesta e delicata rappresentazione del fatale distacco dei figli dai genitori, scoperto nel giorno in cui questi celebrano il venticinquennio delle loro nozze; e Aimer, sconfitta della donna che, inappagata del suo destino domestico e affascinata da un altro amore, non ha tuttavia la forza di seguirlo.