DESCHANEL, Paul
Uomo politico francese, nato a Schaerbeck-les-Bruxelles il 13 febbraio 1855, morto a Parigi il 28 aprile 1922. Studiò giurisprudenza, fu segretario di Jules Simon (1876-77), poi sottoprefetto a Dreux, Brest e Meaux. Eletto deputato nel 1885, spiccò assai per tempo in parlamento tra i repubblicani progressisti, difendendo la sopratassa sui cereali (1886), la politica protezionista (1887), l'aumento della flotta (1888), la libertà di stampa (1890). Il D. seppe conciliare la sua inclinazione letteraria con la vocazione politica e farsi stimare per intelligenza e per virtù di carattere. Nominato vice-presidente della Camera nel 1896, ingaggiò aspra lotta contro la crescente influenza della sinistra radico-socialista; presidente nel 1898, fu rieletto nel 1901, ma soccombette di fronte a Léon Bourgeois nel 1902. Sostenne (1904-1905) la laicità dello Stato e la separazione fra Chiesa e Stato. Rieletto presidente della Camera nel maggio 1912, tenne quella carica sino a quando fu eletto presidente della Repubblica (1920), battendo Clemenceau. Molto si attendeva da lui, ma il 23 maggio 1920, un incidente ferroviario pose fine alla sua attività politica, costringendolo a dimettersi nel settembre successivo.
Il D. fu membro dell'Accademia di Francia dal 1899, succedendo a E. Hervé, e dell'Accademia delle Scienze morali e politiche dal 1914. Delle sue pubblicazioni, ricordiamo: La question du Tonkin (Parigi 1883); Orateurs et hommes d'état (Parigi 1888); Figures de femmes (Parigi 1889); La Décentralisation (Parigi 1895); La Question sociale (Parigi 1898); Questions actuelles (Parigi 1891); Paroles franåaises (Parigi 1911); Gambetta (Parigi 1920).