ARNDT, Paul
Archeologo. Nato il 14 ottobre 1865 a Dresda, morto il 7 luglio 1937 a Monaco.
Frequentò a Dresda la "Kreuzschule" [Ueber eine verschollene Athletenstatue" ("Su una statua di atleta scomparsa") in Festschrift zur 700-Jahr-Feier der Kreuzschule zu Dresden 1926]; studiò a Lipsia e a Monaco presso H. Brunn, di cui si sentì scolaro e continuatore. Nella sua tesi di laurea Studien zur Vasenkunde ("Studî per la conoscenza dei vasi") del 1887 cerca invano di motivare l'errore del suo grande maestro sulla presunta cronologia tarda dei vasi a figure nere. Dopo una breve attività all'Antiquarium a Monaco, visse in quella città sin dal 1894 da studioso privato. Le sue principali occupazioni consistono nell'organizzazione di grandi pubblicazioni scientifiche, nelle raccolte artistiche e nell'acquisto di opere d'arte. Nel 1891, ancora per suggerimento del Brunn, incomincia l'edizione dei Griechische und Römische Porträts presso l'editore Bruckmann; nel 1893 si decide con il suo amico W. Amelung alla pubblicazione continuativa delle Photographische Einzelaufnahmen antiker Skulpturen ("Riproduzioni fotografiche di sculture antiche"). Dopo la morte del Brunn intraprende nel 1894 anche la continuazione dell'opera di Brunn-Bruckmann, Denkmäler der griechischen und römischen Skulptur ("Monumenti della scultura greca e romana"). In un'altra grande opera a tavole: La Glyptothèque Ny Carlsberg. Les Monuments Antiques, Monaco 1896-1912, presenta le sculture acquistate, in gran parte per suo tramite, per l'industriale Carl Jacobsen a Copenaghen.
La sua casa divenne il centro del circolo archeologico a Monaco (Festschrift Paul Arndt zum 60. Geburtstag [Misceilanea Paul Arndt in occasione del suo 60° compleanno], edita dai suoi amici monachesi, Monaco 1925). Una sua collezione di arti minori antiche fu regalata all'Antiquarium di Monaco (Katalog, München, 1908). Dalla sua collezione di gemme - egli era il miglior conoscitore della glittica greca dopo la morte di A. Furtwängler - D. Ohly ha pubblicato i pezzi più importanti in Griechische Gemmen. (Per altre sue collezioni v. Budapest, Museo di B. A.).
L'A. aveva ereditato dal XIX sec. la passione del collezionista e dal XVIII sec. l'entusiasmo per l'arte antica. Meta ultima delle sue molteplici aspirazioni e occupazioni era un Corpus Statuarum, che doveva comprendere tutta la tradizione dei monumenti della plastica antica. Il materiale preparatorio per questo Corpus, collezione di fotografie e biblioteca, si trova dal 1936 nel seminario archeologico dell'Università di Erlangen. Per lui stesso era tuttavia sempre essenziale l'esame del singolo monumento: indagini connesse ed esposizioni generali non lo interessavano. Come esempio del suo sistema di ricerca si può citare un'importante, anche se oggi combattuta congettura, che cercava di collegare il tipo di testa maschile Petworth-Abbati con l'Amazzone di Fidia: Der Kopf des Matteischen Amazonentypus ("La testa dell'amazzone tipo Mattei"), in Festschrijt für James Loeb, Monaco 1930, p. 1 ss.
Tale collegamento sostenuto apparentemente da positivi argomenti di carattere esteriore, fallisce per il fatto che manca un'approfondita analisi dello stile e della struttura, da cui invece risulta una diversità della testa e dei corpi.
L'entusiamo dell'A. s'infiamma sempre per la singola opera; che egli desidera anche avere vicina. Così, grazie alla sua intercessione fu acquistato per Monaco il Koùros attico arcaico (Brunn-Bruckmann, tav. 661-2). Dai suoi testi concisi risalta sempre la serietà di una personalità di ricercatore che, ponendosi umilmente dinanzi all'opera antica, considera validi solo argomenti positivi e obbiettivi. Egli non era la persona adatta per una più profonda analisi spirituale di tutto il materiale da lui raccolto in modo da realizzarne un'esposizione costruttiva. Le importanti nuove conquiste dell'analisi strutturale e della ricerca stilistica metodologicamente approfondita della scuola viennese gli sono rimaste ignote. Con la sua ampia conoscenza, con la sua passione per l'antichità intesa nella sua totalità seppe, tuttavia, essere largo di consigli e aiuti per molti colleghi della materia. La sua aspirazione somma fu di essere il custode del retaggio dell'antichità classica.
Bibl.: K. A. Neugebauer, in Arch. Anz., 1937, p. 476 ss.; Ch. Picard, in Rev. Arch., 6a serie, XVIII, 1941, p. 243; G. Lippold, Photographische Einzelaufnahmen antiker Sculpturen, Serie XV B, Prefazione 1938; id., Neue deutsche Biographie, I, 1953, p. 362; L. Curtius, Deutsche und antike Welt, p. 208 ss.