Patrimonio dell'umanita UNESCO
Patrimònio dell’umanità UNESCO <-è->. – I siti designati quali patrimonio mondiale dell’umanità sono iscritti in una lista elaborata dall’organizzazione delle Nazioni Unite UNESCO (United Nations educational, scientific and cultural organization), che nel 1972 ha adottato la Convention concerning the protection of the world cultural and natural heritage, più nota come World heritage convention, al fine di stabilire un sistema per conservare il patrimonio di eccezionale valore universale. I criteri utilizzati per attribuire tale riconoscimento sono dieci e includono delle prerogative di eccezionalità e peculiarità, sia in relazione al patrimonio naturale che culturale. Successivamente l’UNESCO ha ampliato lo spettro delle azioni volte a identificare e tutelare siti di particolare interesse: nel 1992 le interazioni significative tra uomo e ambiente naturale sono state riconosciute quali paesaggi culturali, nel 2001 è stata varata la Convention for the protection of underwater cultural heritage, al fine di proteggere il patrimonio sottomarino (resti archeologici, relitti, manufatti) e nel 2003 la Convention for the safeguard of intangibile cultural heritage, che mira a tutelare una serie di patrimoni immateriali come la musica, la danza, le arti figurative, la cucina. Si tratta di significativi passi in avanti soprattutto per aree, quali quella mediterranea, che ospitano eredità tangibili e intangibili di eccezionale valore e che possono divenire veicolo di sviluppo locale e turistico. In tal senso appare significativa l’inclusione, dal 2010, della dieta mediterranea nella lista dei patrimoni culturali immateriali. La World heritage list nel 2012 conta 962 siti, di cui 745 di carattere culturale, 188 naturale e 29 misto, appartenenti a 157 stati. L’Italia, che ha aderito alla Convenzione nel 1978, ospita il maggior numero di siti (47, di cui 3 naturali e 44 culturali, che includono monumenti, piazze ma anche interi centri storici) e punta a ottenere il riconoscimento per altri 41, che sono al vaglio della Commissione. Dal punto di vista della ricerca scientifica, il legame tra i siti iscritti nella lista e il appare tuttavia ancora poco indagato. La tendenza è quella di enfatizzare l’impatto negativo del turismo di massa sui siti dichiarati patrimonio dell’umanità oppure, all’estremo opposto, quello positivo, basato su una presunta correlazione diretta tra il riconoscimento dell’UNESCO e l’aumento dei flussi turistici. In realtà, entrambi i fenomeni, particolarmente evidenti soprattutto a scala urbana, andrebbero analizzati caso per caso ed è difficile operare delle generalizzazioni. Una delle maggiori contraddizioni è relativa al fatto che i siti contrassegnati dal brand di patrimonio dell’umanità non godono di una speciale protezione e questo pone un problema di sovrapposizione tra le varie azioni di governance che presiedono alla loro gestione.