CELLULARE, PATOLOGIA (IX, p. 667)
Questa branca fondamentale della patologia generale, mentre ha subìto modificazioni specialmente dal punto di vista dottrinario, ha realizzato notevoli progressi connessi a nuovi sviluppi ed orientamenti della citologia normale. Anzitutto è da premettere che il termine di cellula va inteso in senso largo, in quanto oltre alle cellule in senso stretto, rappresentate cioè da unità elementari distinte, bisogna considerare alcune associazioni cellulari - plasmodî e sincizî - in cui tuttavia si possono delimitare territorî che rappresentano degli equivalenti cellulari formati dai solitì costituenti della cellula.
Il concetto di equivalente cellulare praticamente non è in contrasto sostanziale con la dottrina cellulare, se si prendono in considerazione alcuni dati morfologici e funzionali specialmente di ordine patologico, tra i quali vanno menzionati i seguenti: 1. In caso in cui si verifica perdita di sostanza attiva, alcune associazioni a tipo plasmodiale si possono risolvere in elementi cellulari distinti, dai quali in seguito a divisione nucleare non seguita da citodieresi, originano nuove associazioni plasmodiali. 2. In alcuni processi patologici gli equivalenti cellulari di sincizî, meglio delimitati che nei plasmodî, passano facilmente allo stato cellulare. 3. Per azione di agenti patogeni gli equivalenti cellulari dei plasmodî e dei sincizî possono presentare un comportamento autonomo simile a quello delle cellule libere. Come affinamento ed estensione della patologia cellulare si è sempre più sviluppata una patologia, che si potrebbe denominare intracellulare, la quale si propone lo studio a livello microscopico e submicroscopico dell'organizzazione cellulare. In questo ordine di idee già sin dal principio di questo secolo I. Arnold formulò una patologia granulare. Secondo questo patologo il citoplasma è essenzialmente costituito da organelli elementari - plasmosomi, microsomi - riproducibili, i quali rappresentano la base morfologica del metabolismo normale e patologico della cellula e vanno incontro a modificazioni più o meno rilevanti in condizioni abnormi. Questa dottrina sostenuta da autorevoli patologi non fu considerata in contrasto con quella cellulare e, secondo Ernst, allievo di I. Arnold, non si deve parlare di una patologia anticellulare o acellulare, ma di una patologia ultracellulare. Successivamente la dottrina granulare subì una sostanziale modificazione in quanto tra i cosiddetti granuli o microsomi ne furono individualizzati alcuni con particolari caratteri morfologici ed istochimici per i quali fu proposta dapprima la denominazione di mitocondri e successivamente quella di condriosomi e quella globale di condrioma. In rapporto a questo costituente, considerato dalla maggioranza come essenziale, furono descritti processi alterativi in varie condizioni patologiche e per azione, specialmente su culture di tessuti, di agenti fisici e chimici, modificazioni per le quali C. Ciaccio propose una speciale nomenclatura, e cercò di stabilire la loro successione in rapporto alla gravità dell'agente nocivo.
Grazie ai continui progressi realizzati dalla citologia con nuovi o perfezionati mezzi d'indagine, si è allargato il campo della patologia intracellulare. Infatti specialmente in questo ultimo ventennio si è visto che molte attività cellulari attribuite al condrioma sono riferibili ad altri costituenti cellulari, sostanza di Golgi (ergoplasma di C. Ciaccio), granoplasma di Unna, componenti nucleari, formazioni ectoplasmiche, microsomi di Claude.
In base a ricerche recenti si è visto poi che i costituenti morfologici della cellula hanno un'organizzazione fisica e chimica differente, e rispettivamente specifiche attitudini funzionali, e pertanto una patologia intracellulare non può essere allo stato attuale limitata allo studio delle modificazioni morfologiche dei costituenti della cellula, ma deve essere estesa anche allo studio delle modificazioni dell'organizzazione fisica e chimica. D'altra parte nuovi dati e nuove concezioni sulla struttura submicroscopica o biomolecolare della cellula fanno prevedere un'estensione, ad un livello più basso di organizzazione, della patologia intracellulare (patologia biomolecolare).
Perturbazioni patologiche. - Possono essere indagate in rapporto all'organizzazione morfologica, allo stato fisico, all'organizzazione chimica, alla struttura molecolare, al metabolismo; possono essere totali, riguardanti cioè la cellula intera, o parziali, e si possono distinguere in progressive, regressive, atipiche, metatipiche, alterative.
Perturbazioni della cellula in toto. - a) Progressive: aumento del volume cellulare (ipertrofia), del numero delle cellule (iperplasia); b) regressive: diminuzione del volume (ipotrofia), del numero (ipoplasia); c) atipiche: spiccate oscillazioni della forma e della grandezza delle cellule di uno stesso tessuto, perturbazioni del rapporto nucleocitoplasmatico; d) metatipiche: assunzione di caratteri morfologici e funzionali delle cellule di un altro tessuto di dignità superiore (metaplasia progressiva), di dignità inferiore (metaplasia regressiva o anaplasia) o di tipo differente (alloplasia); e) alterative: morte della cellula (necrosi) che si può svolgere per gradi successivi (necrobiosi).
Perturbazioni parziali. - Possono riguardare uno o più costituenti cellulari: nucleo, sostanza di Golgi, condrioma, granoplasma, citoplasma fondamentale, ectoplasma.
Nucleo. - Si possono verificare perturbazioni: 1) atipiche riguardanti il rapporto nucleolo-nucleo, il rapporto tra eucromatina ed eterocromatina, i cromosomi (numero, forma, riduzione o meiosi, ineguale distribuzione nella anafase). Alcuni di questi processi sono connessi a perturbazioni di ordine chimico e precisamente alla distribuzione dell'acido deossiribonucleinico che entra nella costituzione dell'eucromatina e dell'acido ribonucleinico che entra nella costituzione dell'eterocromatina e del nucleolo; 2) alterative: alcune riguardano la cromatina - picnosi, carioressi, cariolisi - e si possono interpretare come processi determinati da enzimi; altre riguardano inclusioni di natura differente: gocciole di natura protidica, lipidi, pigmenti, sostanze minerali; altre infine riguardano modificazioni dello stato fisico: tixotropia, smescolamento.
Sostanza di Golgi. - Le perturbazioni di questo costituente cellulare sono state generalmente indagate con tecniche che determinano produzione di artefatti e pertanto i rispettivi reperti possono essere considerati fino a un certo punto come immagini equivalenti. Astraendo da questi reperti di difficile interpretazione si possono considerare come attendibili alcune immagini regressive: la lipofanerosi dovuta alla scissione di complessi lipoprotidici (Ciaccio) e la scomparsa di questo costituente come individualità morfologica.
Condrioma. - Sulle perturbazioni a carico del condrioma esiste una ricca letteratura, ma finora le più sicure sono quelle regressive consistenti in rigonfiamento, frammentazione, perdita delle colorabilità coi metodi in uso, lipofanerosi. È da rilevare che alcuni processi alterativi come il rigonfiamento torbido di R. Virchow e la microvacuolizzazione di E. Albrecht sono prevalentemente riferibili a perturbazioni del condrioma.
Granoplasma di Unna. - Le perturbazioni di questo costituente, considerato generalmente come paraplasma costituito di nucleoprotidi ad acido ribonucleinico, sono state particolarmente studiate in rapporto alla cellula nervosa (sostanza di Nissl). Le immagini descritte, tra le quali la più interessante è la cosiddetta cromatolisi, in parte si possono riferire a processi regressivi in parte a smaltimento per aumentata attività cellulare.
Citoplasma fondamentale. - È la sede di processi alterativi di varia natura tra i quali alcuni di ordine chimico-fisico (vacualizzazione, smescolamento, tixotropia, modificazioni del pH, lipofanerosi), altre di ordine metabolico: lipidosi, glicogenosi, accumulo di pigmenti, ialinosi, trasformazione mucosa, pinocitosi.
Ectoplasma. - Alla periferia della cellula esiste uno strato che presenta caratteri fisici differenti dal restante citoplasma. È verosimile che perturbazioni della permeabilità cellulare in condizioni patologiche siano in rapporto con modificazioni fisiche di questo costituente.