Patel, Vallabhbhai Jhaverbhai, detto Sardar
Patriota e politico indiano (Nadiad, Gujarat, 1875-Bombay 1950). Di famiglia benestante, perfezionò gli studi in giurisprudenza in Inghilterra; al ritorno in India (1913) avviò una pratica di avvocatura ad Ahmedabad. Nel 1917 aderì all’Indian national congress e divenne assessore (1917-24) e poi presidente del municipio di Ahmedabad. Ispirato dall’esempio del Mahatma Gandhi, condusse con successo campagne di protesta a Kaira (o Kheda, 1918) e a Bardoli (1928), guadagnandosi l’epiteto di Sardar («comandante»). Fra i principali esponenti della corrente conservatrice del Congress – in linea con Gandhi, ma in disaccordo con J. Nehru pensava che l’India avrebbe dovuto costituire un dominio autonomo entro il Commonwealth –, ne venne eletto presidente nel 1931; fu in prima linea nei movimen;ti di Disubbidienza civile (1930-32) e Quit India (1942), e venne ripetutamente arrestato. Fece parte del governo interinale del 1946 e ritenne inevitabile la separazione col Pakistan. Dopo l’ottenimento dell’indipendenza (1947) ebbe il ministero degli Interni e la carica di vice-primo ministro. Fu il principale ed efficacissimo architetto, con V.P. Menon, della politica di integrazione degli ex Stati indigeni nell’Unione Indiana. I quasi 600 diversi poteri in cui si frammentava l’India vennero assorbiti in poco più di un anno nell’Unione Indiana grazie a pazienti negoziati e, solo talvolta, come nel caso di Hyderabad, sede del più potente Stato indiano principesco, per via dell’intervento armato. Centrale fu il suo ruolo nella crisi kashmira nel 1947 (➔ Kashmir). Procuratosi l’appoggio del maharaja, spedì le truppe a consolidare la presenza dell’India nell’area. Nel marzo del 1949 sopravvisse a un incidente aereo in Rajasthan che ne consolidò la fama. Fu, insieme a J. Nehru, con cui ebbe durissimi scontri nell’impostare il primo cammino della nazione unita, il grande artefice della creazione del nuovo Stato dell’India.
Nasce a Nadiad, Gujarat
Dopo gli studi in Inghilterra, avvia una pratica di avvocatura ad Ahmedabad
Aderisce all’Indian national congress
Assessore e poi presidente del municipio di Ahmedabad
Conduce con successo campagne di protesta a Kaira e poi a Bardoli (1928), guadagnandosi l’epiteto di Sardar («comandante»)
In prima linea nei movimenti di Disubbidienza civile
Presidente del Congress
Aderisce al movimento Quit India
Fa parte del governo interinale
Con l’indipendenza dell’India ottiene il ministero degli Interni e la carica di vice-primo ministro
Sopravvive a un incidente aereo in Rajasthan
Muore a Bombay