PATAGIARIUS
Il termine p. si trova solamente in Plauto (Aul., 509), in un elenco di artigiani e mercanti di oggetti di lusso dell'abbigliamento femminile, e nella definizione di patagium che dà Festo (s. v. Patagium, ed. Lindsay, p. 246). L'esistenza e l'uso del patagium, ornamento della veste femminile analogo al clavus della tunica maschile è attestato dal III sec. a. C. (Naev., ap. Non., s. v. Patagium, ed. Lindsay, p. 866; Plaut., Epid., 230) sino all'età cristiana (Tertull., Pal., 3, 1). Questi ornamenti, ricamati o tessuti, applicati alle vesti, si diffondono, specialmente dal III sec. d. C. anche sull'abbigliamento maschile e sull'abito da cerimonia dell'imperatore. Non solo il patagium è più sontuoso degli orbiculi (v. orbicularius), e, almeno inizialmente, sempre dorato (Non., 540), ma sembra da riferirsi specialmente all'ornamento quadrangolare attorno al collo della tunica (Fest., loc. cit.: patagium est, quod ad summam tunicam adsui solet).
Bibl.: H. Blümner, Technologie und Terminologie der Gewerbe und Künste bei Griechen und Römern, I, Lipsia 1875, pp. 197, 202; J. Marquardt, Das Privat an der Römer, I, Lipsia 1886, p. 548; E. Schuppe, in Pauly-Wissowa, XVIII, 1949, c. 2111-12, s. v. Patagium; R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byzantine Miniatures of the Iliad, Olten 1955, p. 158 ss.